È emergenza nella città trapanese. «Produciamo 70-80 tonnellate di rifiuti al giorno. La Regione ci autorizza a conferirne in discarica soltanto 53 tonnellate», spiega il sindaco Nicola Cristaldi che ha indirizzato un videomessaggio a Crocetta. Nessuna risposta alla proposta di un'alternativa
Mazara, 17 tonnellate di rifiuti al giorno in strada «Regione ci impone restrizione e non risponde»
Rifiuti abbandonati per strada e rischio emergenza sanitaria a Mazara del Vallo. Il sindaco, Nicola Cristaldi, invia una nuova richiesta alla Regione per la disponibilità di discariche alternative o integrative. «In questo momento – sottolinea il primo cittadino in un videomessaggio indirizzato al governatore Rosario Crocetta – Mazara del Vallo produce 70-80 tonnellate di rifiuti al giorno. La Regione ci autorizza a conferirne in discarica soltanto 53 tonnellate. Siamo costretti a lasciare per strada 17 tonnellate di rifuti».
Il primo cittadino, già nei giorni scorsi, aveva scritto alla regione chiedendo di trovare una soluzione. «Nessun riscontro ad oggi è arrivato – dice Cristaldi – con la conseguenza che cumuli di rifiuti si sono formati per le strade cittadine. Ho inviato una nuova nota al fine di ottenere discariche idonee al conferimento dei rifiuti e scongiurare il pericolo igienico sanitario e di ordine pubblico in città. Della situazione ho inoltre informato le procure di Marsala, Trapani e Palermo». Nella nuova nota che porta in calce la firma del primo cittadino e del dirigente del terzo settore del comune di Mazara del Vallo, Nicola Sardo, si reitera la richiesta di individuazione di una discarica idonea per il conferimento dei rifiuti prodotti giornalmente in città.
«Come già reso noto – aggiunge l’ingegnere Sardo – la discarica di Trapani ha comunicato che per la città di Mazara è previsto un limite di conferimento rifiuti di 53 tonnellate al giorno, a fronte di una produzione di circa 70 tonnellate per il mese di luglio e di circa 87 tonnellate per il mese di agosto. Una condizione che in assenza di provvedimenti risolutivi ha già portato ad una situazione di emergenza igienico sanitaria determinata dalle grandi quantità di rifiuti non raccolti e giacenti per strada con produzione di percolato e la proliferazione di parassiti e ratti».
Della vicenda si è anche occupato l’Ufficiale sanitario che ha rivolto al sindaco un invito a provvedere ad un’immediata risoluzione della problematica. Nella nota inviata al presidente Crocetta e agli organi preposti si è inoltre rappresentato che l’amministrazione comunale ha pure chiesto l’autorizzazione a poter pretrattare i propri rifiuti presso un impianto autorizzato e poter conferire di conseguenza separatamente le frazioni derivanti in uno o più siti idonei al fine di agevolare le attività di smaltimento. Anche in questo caso, però, dalla Regione non è arrivata alcuna risposta.
Una situazione analoga si era verificata alcuni giorni addietro a Ragusa. Dopo la richiesta di aiuto del primo cittadino del capoluogo ibleo, Federico Piccitto, che aveva dichiarato lo stato di emergenza sanitaria, la Regione aveva fatto sapere che non esiste una discarica in Sicilia in grado di accogliere le 80 tonnellate di rifiuti prodotti dalla città barocca. La soluzione temporanea, trovata dal governatore Crocetta nel caso della città di Ragusa, è stata quella di riaprire la discarica di Cava dei Modicani senza alcun abbancamento, con trattamento biologico dei rifiuti, e successivo trasferimento in altri siti: Lentini per il sottovaglio (frazione umida) e Motta S. Anastasia per il sopravaglio (frazione secca).