La notizia è arrivata margine del vertice tra azienda e sindacati. Le lavoratrici attendono la settimana prossima per conoscere i dettagli sul loro futuro occupazionale. La settimana prossima potrebbe essere varato il nuovo progetto di rilancio industriale. Fazzese: «Cauto ottimismo»
Nutri Mare, la proprietà ha ritirato 10 licenziamenti «Lunedì tavolo per piano rientro mensilità arretrate»
«L’azienda ha ritirato le procedure di licenziamento e annunciato la ripresa delle attività, adesso c’è cauto ottimismo. Si è aperto un tavolo di confronto tra proprietà e organizzazioni sindacali, attendiamo gli sviluppi della vicenda». Così Dario Fazzese, segretario generale Flai Cgil Palermo, a margine dell’incontro con i rappresentanti della Nutri Mare, azienda di Trappeto, nel Palermitano, specializzata nella lavorazione delle conserve del tonno e dello sgombro, che nei giorni scorsi aveva annunciato il licenziamento delle dieci dipendenti a causa della contrazione del volume d’affari. Oggi è arrivata la comunicazione della marcia indietro, dopo che già ieri era stata inviata una lettera dalla proprietà che faceva ben sperare sugli esiti del vertice.
Adesso le lavoratrici attendono la settimana prossima per conoscere i dettagli sul loro futuro occupazionale. In ballo c’è anche la vicenda relativa alle mensilità non pagate. Lunedì ci sarà un primo incontro per valutare, appunto, il piano di rientro dei crediti che le dieci lavoratrici hanno con l’azienda. Alcune non percepiscono stipendio da sei o sette mesi. Sempre la settimana prossima l’azienda dovrebbe valutare come predisporre il piano di rilancio aziendale.
Il sindacato attende di potere fare delle valutazioni: «Adesso riparte il tavolo di discussione sul futuro dell’azienda – dice Fazzese – Nelle prossime settimane ci saranno degli step in cui valuteremo l’avanzamento delle trattative per il rilancio delle produzioni. C’è già un impegno a risentirci lunedì per il pagamento dei salari e per una verifica delle intenzioni dell’azienda – conclude – dopo che il precedente accordo di rientro del debito non è stato rispettato».