Petralia Sottana, Blufi, Caltavuturo, Bompietro. Il fronte del fuoco, complice il vento, non risparmia i territori del parco. Una ragazza è rimasta intossicata dal fumo. Si moltiplicano gli appelli e le richieste di aiuto con mezzi antincendio
Madonie strette nella morsa degli incendi Case evacuate, un intossicato e un fermo
Sono giorni di fuoco per le Madonie, messe in ginocchio dai roghi diffusi su tutto il territorio, complice un forte vento di scirocco. Gli incendi hanno coinvolto per lo più i Comuni di Petralia Sottana e Blufi, dove le fiamme hanno lambito le abitazioni. È stato necessario evacuare alcune case, mentre una ragazza è rimasta intossicata dal fumo. Il fuoco, affrontato con i mezzi dei Vigili del fuoco e con la collaborazione della Protezione civile, è stato imprevedibile a causa del vento che è in grado di spostare per lunghe tratte il giogo delle fiamme. Così è arrivato conseguentemente da Blufi a Locati, frazione di Bompietro.
Ancora ieri i roghi, con certezza di origine dolosa, hanno interessato anche il comune di San Mauro Castelverde. In difficoltà a gestire l’emergenza, persino i cittadini si sono impegnati in prima linea per cercare di frenare l’avanzamento delle fiamme. Il sindaco ha lanciato un appello perché il comune non venga abbandonato in un momento di forte bisogno, evidentemente non gestibile solo con le proprie forze. Nella serata i Carabinieri hanno fermato un uomo, ritenuto in atteggiamenti sospetti nei pressi del fuoco.
Sono tornate le fiamme anche nella campagne di Caltavuturo: nella mattina di ieri un rogo, di probabile origine dolosa, si è infatti sviluppato alle porte del paese, e poi è stato alimentato dal vento di scirocco che soffia sulla zona e dalle alte temperature. Sono partiti gli appelli anche dai consiglieri comunali perchè anche i cittadini intervengano per spegnere i roghi, in particolare con mezzi adatti a trasportare acqua.
Nello stato di emergenza diffusa, vengono a galla le falle del sistema di prevenzione antincendi, messo in atto a partire dallo scorso 15 giugno, quando le Madonie erano già rimaste ferite dagli episodi incendiari di fine aprile e dalle repliche puntuali ad ogni ondata di scirocco.