Non ho idee operative, non me la immagino neanche una Catania 2.0, ma vi rivolgo l'invito che faccio a me ogni giorno: nessuna illusione, piccoli passi, nessuna carta gettata dal finestrino. Fare quello che sappiamo fare e farlo al meglio: ecco l'intervento di Rocco Rossitto per il quaderno di Step1
A piccoli passi, nel mio orto
Tante volte in questi anni ho scritto di Catania come una città molto viva culturalmente, piena di locali che propongono cose interessanti e soprattutto di musicisti e artisti emergenti conosciuti a livello nazionale e internazionale. Credo che realmente Catania produca molto da questo punto di vista.
Quella Catania che ho raccontato in questi anni però non è l’unica. E’ la parte più bella da mettere in mostra. Poi c’è tutto il resto: la Catania che giorno per giorno viviamo sulla nostra pelle. Queste due Catania si scontrano quotidianamente. Inutile nasconderlo.
In un quaderno con proposte per la Catania 2.0 non ho idee operative da lanciare. Sarebbe facile puntare su un ricambio della politica, su un rinnovamento dell’università, su maggiore controllo nel mondo del lavoro e cose di questo tipo.
Ripensare Catania è una missione impossibile e non bisogna farsi illusioni. Io, almeno, non ne ho più. Le ho perse tutte strada facendo in questi anni. Anni in cui ho conosciuto varie facce di questa città. Non tutte, certamente. Ma alcune. Diverse, profondamente diverse.
La Catania 2.0 io non me la immagino.
Non vedo la possibilità di un risveglio civile e morale perché vedo, in tutti i settori, che non esiste una Catania “migliore”, da contrapporre ad una Catania “peggiore”. L’idea che, vinti i “cattivi”, toccherà ai “buoni” è morta e sepolta ai miei occhi. Questo vale per la politica, ma anche per università e mondo del lavoro. Non potranno certo essere i musicisti, gli artisti, i creativi a salvare questa città dal baratro in cui si trova.
Che fare, dunque? Scappare? E’ una ipotesi. Ma non tutti abbiamo la forza per farlo, non tutti possiamo farlo. Non tutti vogliamo farlo.
L’invito che rivolgo è lo stesso invito che rivolgo a me stesso ogni giorno: nessuna illusione, piccoli passi, nessuna carta gettata dal finestrino. Fare quello che sappiamo fare e farlo al meglio.
Coltivare il proprio piccolo orto, sapendo che mai diventerà un giardino. Anche se…
Rocco Rossitto, 29 anni giornalista pubblicista freelance. Attualmente collabora con il mensile I Love Sicilia e Universitinforma. Insegna italiano come L2/LS.