Sui roghi che hanno messo in ginocchio le zone di San Michele e Annunziata, la procura ha aperto un fascicolo conoscitivo. Le indagini sono affidate alla Forestale e ai vigili del fuoco. Intanto un nuovo pericolo è stato segnalato nella zona di San Jachiddu, dove ancora non sono arrivati i pompieri
Messina, i residenti difendono le abitazioni dal fuoco Assessore: «Rischio idrogeologico, serva la deroga»
Mentre continuano a levarsi colonne di fumo nelle zone devastate dagli incendi di ieri nel Messinese, nuovi focolai si sono ravvivati nella zone di San Michele e Annunziata, nella zona alta di Campo Italia vicino alla strada di collegamento per Castanea. Qui, nei tornanti dove si facevano le prove di rally, sono in azione un canadair e due autobotti della Forestale. Al lavoro da ieri anche le squadre dei vigili del fuoco ridotte ormai allo stremo delle forze. Oltre 70 i pompieri che, con 15 mezzi a disposizione, hanno domato per oltre 40 ore consecutive i roghi che minacciavano le case.
A preoccupare, però,è la zona di San Jachiddu dove a partire dalle 15 è tornato il fuoco. Alcuni dei residenti armati di pala stanno scavando dei solchi nel terreno per creare delle linee taglia fuoco ed evitare alle fiamme di avvicinarsi alle abitazioni. È stato richiesto l’intervento dei vigili del fuoco, ma al momento i pompieri sono tutti impegnati in altre zone della città e della provincia
Sul fronte giudiziario, la sostituta Giovannella Scaminaci ha aperto un fascicolo, al momento solo conoscitivo. La magistrata ieri ha effettuato un sopralluogo nelle aree colpite, a indagare sono Forestale e vigili del fuoco. Nessun dubbio, tuttavia, sulla matrice dolosa dei roghi. A palesare la mano dell’uomo sono state le scie di fuoco che sono apparse lungo i crinali all’Annunziata e a San Michele nel pomeriggio di ieri, quando il rogo di domenica mattina sembrava essere stato spento.
A pronunciarsi sull’origine dei roghi è stato l’assessore Daniele Ialacqua che ha parlato di mafia dei pascoli e di speculatori. «Dietro questi roghi c’è chi vuole togliere spazio al verde e cementificare, ma non glielo permetteremo», ha detto facendo riferimento anche al catasto dei territori incendiati che toglie per cinque anni la possibilità a chiunque di effettuare interventi sulle aree distrutte dagli incendi, e per 15 vieta che le zone in questione possano cambiare destinazione d’uso. Il collega di giunta Sebastiano Pino pensa già al rischio idrogeologico e alle piogge autunnali. «I terreni non saranno in grado di assorbire l’acqua – ha commentato -. Messina è a grave rischio idrogeologico, ci sono adesso alcuni pendii che ci preoccupano molto. Chiederemo stamattina al presidente Rosario Crocetta una deroga per potere intervenire sui terreni prima dei cinque anni previsti per legge».
Per il controllo delle aree Pino annuncia che dal 15 luglio partirà la convenzione con le associazioni di volontari per il monitoraggio dei territori non di competenza della Forestale. «Dove finiscono i boschi e inizia la città ci sarà un monitoraggio costante dei volontari, mentre adesso riproporremo il controllo attraverso i droni che avevamo proposto all’indomani dell’attentato ad Antoci – ha aggiunto -. Chiederemo alla Protezione civile di poterlo utilizzare per prevenire altri incendi».
Pensa invece di chiedere l’impiego del reparto Cacciatori di Sicilia dei carabinieri il presidente del parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci oggi a Messina per il congresso del Pd. «Spero si riesca a beccare qualcuno mentre appicca il fuoco – ha detto – e che si dimostri magari il suo collegamento con qualche famiglia mafiosa che è stata colpita dalle ultime operazioni di polizia e carabinieri. Così magari quando verrà condannato – ha proseguito – il magistrato infliggerà qualche anno in più configurando non solo il reato di incendio ma anche quello di concorso esterno. Sulla questione incendi – ha concluso – occorre intervenire a gamba tesa».