M5s, l’exploit di Cancelleri dopo primo turno deludente «I mugugni ci sono, ma dobbiamo guardare ad altro»

Il popolo Cinque Stelle ci crede, l’entusiasmo del Castello a Mare di Palermo è rimasto appiccicato alla pelle di attivisti e portavoce, che adesso si dicono carichi per affrontare la campagna elettorale. È così per Valentina Zafarana, deputata all’Assemblea regionale e nuovamente in lista per le regionali con 201 preferenze sulla piattaforma Russeau. «Se va avanti questo treno che è partito e non si è mai fermato è la volta buona. In questi anni abbiamo avuto molto chiaro che è al governo che si fanno le rivoluzioni, anche se già dall’opposizione abbiamo ottenuto tanto, a cominciare dalla riduzione degli stipendi. Quantomeno i nostri. Ma il nostro diario non era soltanto la diaria, sette leggi approvate in questa legislatura sono d’iniziativa nostra, abbiamo fatto un’opposizione produttiva. Perché parliamo un’altra lingua rispetto alla politica tradizionale».

Insomma, uno sguardo al passato ma soprattutto tanto ottimismo per il futuro attorno al nome di Cancelleri, che ha ottenuto 2224 voti al secondo turno. Più deludente, invece, il risultato al primo giro, dove si è fermato a 161 preferenze. Ma nella scelta dei 62 che andranno il lista alle regionali, gli attivisti sono stati chiamati a esprimersi sulle singole province di appartenenza. «Un metodo – ammette Zafarana – che comporta un dislivello di numeri di iscritti. Immagino che la mia provincia (Messina, ndr) coi suoi 109 Comuni abbia più iscritti della provincia di Caltanissetta».

 Ad avere la meglio al primo turno erano stati i colleghi di Cancelleri Stefano Zito (204 preferenze), Gianpiero Trizzino (202), Valentina Zafarana, Gianina Ciancio (185) e Francesco Cappello (176). In ogni caso, in molti valorizzano il lavoro svolto fin qui da Cancelleri. È il caso della senatrice pentastellata Nunzia Catalfo, secondo cui «Giancarlo ha fatto un bel percorso, è una persona coerente, con una bella lungimiranza, che in questi anni è riuscito a porsi come punto di riferimento costante sul territorio, sempre presente. Credo che sia stato premiato anche per questo».

«Adesso si lavora al programma, che anche in questo caso sarà condiviso e partecipato. Inizia il momento della riflessione, perché dobbiamo pianificare una campagna elettorale importante. Ma non saremo soli, al nostro fianco ci sarà una grande mobilitazione, da Di Maio a Di Battista fino a tantissimi altri esponenti nazionali. Il popolo Cinque Stelle crede molto nella Sicilia, tutto è iniziato qui con la venuta di Grillo a nuoto nel 2012».

Attorno al voto sul candidato (e sulla vittoria di Cancelleri) i dissapori non sono mancati e le polemiche sui social non si sono fatte aspettare. Trizzino, su cui nelle ore del voto avrebbe provato a far convergere voti una parte di attivisti dissidenti, ha raggiunto quota 742 preferenze, seguito dalle 623 di Cappello. Per gli altri candidati, invece, 215 voti per Stefano Zito, 211 per Angela Foti, 116 per Sergio Tancredi, 111 per Maman Alì Listì, 70 per Jose Marano e 38 per Giuseppe Scarcella.

«Penso che non ci siano strappi – sottolinea ancora Zafarana -. E se ci sono, si tratta di strappi sulle persone, sicuramente non ce ne sono sulle idee. Su quello parliamo una sola lingua, soprattutto sui grandi temi. E poi sono convinta che anche gli attivisti che si sono lamentati hanno più a cuore la prosecuzione di un progetto. Anche perché inizia un percorso importante per tutti, non abbiamo bisogno di uomini soli al comando, ma di un esercito di uomini».

«Personalmente di scontenti non ne ho letti – minimizza Catalfo -. Al Castello a Mare di Palermo, al contrario, ho visto tantissimi consensi attorno a Giancarlo da parte degli attivisti che vogliono andare compatti a conquistare la Regione».

In ogni caso, «ora comincia la vera battaglia» taglia corto il deputato regionale Francesco Cappello. «I mugugni e i mal di pancia ci sono – ammette -, ma noi dobbiamo guardare ad altro, dobbiamo guardare a questa impegnativa campagna elettorale che ci aspetta. L’obiettivo è riuscire a riportare alle urne le persone libere, che sono insoddisfatte dai risultati politici degli ultimi anni. Noi abbiamo fatto quello che avevamo detto e adesso abbiamo l’idea di una Sicilia completamente nuova, in cui l’amministrazione sia basata sulla cultura del buon padre di famiglia. Dobbiamo andare a parlare con tutti i cinque milioni di siciliani, senza dimenticarne nemmeno uno».


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