Aggressioni negli ospedali, il vertice in prefettura Ipotesi municipale e alleggerimento codici bianchi

Esercito, maggiore comunicazione con gli utenti, alleggerimento dei codici bianchi e verdi e la novità della polizia municipale. Quattro soluzioni diverse per provare a risolvere un problema che ormai da diversi mesi attanaglia gli ospedali cittadini, ovvero le continue aggressioni all’interno dei pronto soccorsi. L’ultimo caso di questo tipo è avvenuto nei giorni scorsi all’ospedale di Biancavilla ma il nosocomio più bersaglio è sicuramente il Vittorio Emanuele di via Plebiscito, a Catania. 

Tutte questioni oggi al centro di un tavolo di confronto, voluto dall’Ugl e convocato negli uffici della prefettura di Catania. A rappresentare la sede decentrata del governo c’era il vice capo di gabinetto Domenico Fichera, mentre per l’Azienda sanitaria provinciale il coordinatore sanitario Giuseppe Spampinato e il dirigente medico Renato Passalacqua. Con loro il direttore del Policlinico-Vittorio Emanuele, Paolo Cantaro, il direttore generale del Garibaldi Giorgio Santonocito e quello del sanitario del Cannizzaro Salvatore Giuffrida

Una delle possibili soluzioni ai troppi utenti che affollano i presidi sanitari potrebbe essere l’apertura dei pronto soccorsi al Policlino e all’ospedale San Marco di Librino. Il primo potrebbe diventare operativo a settembre ma ancora ci sarebbero alcuni nodi al pettine da sbrogliare. Mentre per il secondo si sono ormai sprecati gli annunci. Basti pensare che il primo risale al 5 dicembre 2008. Da allora sono passati quasi dieci anni, tra promesse e questioni aperte come quella relativa alla gestione, in bilico tra Policlinico e Asp. 

«Abbiamo avuto un confronto franco – spiega a MeridioNews Paolo Cantaro -. Noi stiamo lavorando su tutto quello che è di nostra competenza. C’è anche una cosa del tutto nuova, ovvero la proposta di una presenza diversa della polizia municipale nei pronto soccorsi, anche perché molto spesso il caos deriva anche da veicoli posteggiati in maniera anomala che impediscono l’ingresso dei mezzi di soccorso».

Oltre alla presenza dei vigili e dell’esercito – soluzione cara, quest’ultima, ai vertici del sindacato Ugl rappresentato da Giovanni Musumeci e Giovanni Vitale – c’è chi ha proposto la soluzione del Daspo, misura nata per allontanare i facinorosi dalle manifestazioni sportive che adesso si prova ad estendere anche in ambito urbano su mandato del ministro degli Interni Marco Minniti. Un’ipotesi spinta, considerato il ruolo essenziale dei pronto soccorsi. 

Ma la vera questione è rappresentata dalle modalità con cui si lavora dentro i presidi d’emergenza: «L’aspetto fondamentale è quello dell’accoglienza, con ambulatori idonei al numero di utenti, il giusto personale medico e una maggiore rapidità negli accertamenti diagnostici», hanno spiegato i dirigenti dell’Asp davanti il vice capo di gabinetto Fichera. In attesa di ulteriori sviluppi dalla prefettura è stata avanzata l’intenzione di dare vita a un protocollo d’intesa tra aziende ospedaliere, istituzioni locali e forze dell’ordine per aumentare le iniziative legate alla sicurezza


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