La polemica tra il primo cittadino e il Gran maestro del Grande Oriente d'Italia, Stefano Bisi, nasce dopo la richiesta che il Comune ha fatto ai cittadini per contribuire a finanziare la stagione estiva degli spettacoli. «È vicino al Dalai Lama, dovrebbe avere maturato il senso dell'unione», attacca il numero uno del Goi
Eventi Messina, Accorinti non vuole soldi dei massoni Gran maestro: «Da lui atto ignobile e discriminatorio»
Polemica sugli spettacoli estivi a Messina. Solo lo scorso martedì l’amministrazione comunale lanciava la raccolta fondi per le manifestazioni estive, a partire dalla Vara. Ma tra i requisiti chiesti è previsto che i benefattori non siano falliti, mafiosi o massoni. Requisiti che come già successo in passato hanno fatto scattare la reazione del Gran maestro del Grande Oriente d’Italia Stefano Bisi. E così, come già fatto in passato dal suo predecessore – nel 2013 era stato Gustavo Raffi a scrivere al sindaco di Messina -, una nuova missiva è indirizzata a Renato Accorinti.
Se Raffi interveniva sull’affermazione accorintiana che individuava nel «non essere massoni un requisito imprescindibile per ricoprire incarichi pubblici nella nostra città», Bisi prende posizione sul veto posto ai massoni di contribuire alla raccolta fondi per la manifestazione ferragostana tanto cara ai messinesi. «L’atto del rappresentante dei messinesi è ignobile e viola innanzitutto i principi etici ancor prima eventualmente di quelli costituzionali e giuridici. Si tratta di una decisione arbitraria e palesemente discriminatoria che genera immotivato odio nei confronti dei liberi muratori fatti passare – usando un eufemismo – per “donatori non graditi” e che è contrario a ogni principio di uguaglianza e di tolleranza delle altrui visioni e della libertà di pensiero e di associazione di cui anche il Grande Oriente d’Italia fa parte a pieno titolo».
Bisi va avanti e dichiara che se «il sindaco di Messina può decidere di ricevere i fondi per la processione della Vara che vuole e da chi vuole» quello che non può fare è «chiedere certificazioni ed escludere associazioni se il loro legale rappresentante è un membro della massoneria». Il gran maestro fa poi riferimento alla frase del primo cittadino messinese secondo il quale compito dell’amministrazione comunale era tenere lontano dalla cosa pubblica la massoneria. «Forse – continua Bisi – al contrario degli spot sarebbe bello sapere quali altri punti del programma sono stati realizzati per rilanciare questa meravigliosa città». In conclusione della sua missiva il Grande Maestro del Grande Oriente accenna anche alla vicinanza di Accorinti al Dalai Lama. «Dovrebbe avere maturato una spiritualità alta e il senso dell’unione e non della divisione», conclude.