L'opera era stata realizzata l'anno scorso nell'ambito di un'iniziativa promossa da un'impresa per ridare vita ad angoli dimenticati della città. L'autrice, Michela De Domenico, ha affidato nei giorni scorsi a Facebook il proprio rammarico: «Guardare un viso di colore può dare così fastidio da dover essere cancellato?»
Messina, danneggiato murales sull’accoglienza Spray bianco sopra volto di una donna migrante
Un breve quanto amaro post su Facebook per esprimere la propria delusione per quanto successo. Così Michela De Domenico ha espresso la propria delusione per i danni arrecati a una delle sue opere. Qualcuno, infatti, ha danneggiato un suo murales coprendo con del bianco, forse una bomboletta spray, il viso di una donna nera dalle grandi labbra rosse e gli uomini sul barcone nello sfondo.
Michela è una delle artiste che lo scorso anno ha partecipato all’iniziativa di un privato di dare nuova vita alle bianche pareti che circondano il loro stabilimento nella zona industriale di Messina. Miscela d’Oro, un’azienda privata che commercializza caffè, ha scelto di festeggiare i suoi 70 anni facendo colorare i muri dello stabilimento con le opere di 12 street artist. Arte e Caffè a cielo aperto il nome dell’iniziativa che dopo il progetto Distrart, distretti di arte urbana, voluto dalla giunta Accorinti, ha fatto entrare di diritto Messina tra le città dove la street art si è imposta, regalando un aspetto nuovo a squarci di città privi di colore e identità.
Ma qualcuno non deve aver gradito questa forma d’arte. O più probabilmente il soggetto. «Guardare un viso di colore può dare così fastidio da dover essere cancellato? – ha scritto l’artista -. Certo mi spiace per il mio lavoro e per quello di Daniele Vis Battaglia, ma quello che più mi amareggia è la povertà di spirito di questa gente…».
Il post ha suscitato diverse reazioni. A cominciare da quelle di altri artisti come il fumettista Lelio Bonaccorso, che ha scritto: «Al murales che la mia amica Michela De Domenico aveva con amore disegnato, hanno cancellato i volti e corpi dei migranti che lei aveva rappresentato in una bellissima opera – si legge in un altro post -. Una cosa vomitevole e grave per una comunità; spero che Michela lo voglia ridisegnare, che il committente denunci la cosa alle autorità e ne finanzi il restauro».