I rosanero, già retrocessi come gli abruzzesi, sono riusciti nell'impresa di perdere contro una squadra che finora aveva vinto sul campo solo una volta e che non conquistava da tre mesi l'intera posta in palio. Gravi le responsabilità di Aleesami in occasione dei due gol. Prosegue il digiuno di Nestorovski
Palermo ko contro l’ultima in classifica Aggiunta l’ennesima perla alla collana
I tre risultati utili consecutivi erano solo «effetti speciali» di un film a puntate riconducibile giocoforza al genere horror. Un leitmotiv presente dalle prime sequenze fino ai titoli di coda. Osservando il ruolino di marcia del Pescara, qualcuno magari si sarà chiesto: «Ma in questo campionato gli abruzzesi riusciranno prima o poi a vincere una partita? Ci sono squadre talmente deboli da non riuscire a fare punti contro la compagine di Zeman? La presenza del Palermo dà la risposta e sgombra il campo da eventuali dubbi: i rosanero, bravi a resuscitare avversari con l’encefalogramma piatto, sanno «superarsi» e, in una stagione caratterizzata da tanti record (negativi, si intende), possono stupire sempre e compiere qualsiasi tipo di «impresa». Anche quella di perdere 2-0 sul campo dell’ultima in classifica, retrocessa in B già da alcune settimane e con poco o nulla da chiedere ormai ad un campionato di serie A in cui ha dimostrato di essere un’intrusa.
Una prova nel secondo tempo un po’ più incoraggiante rispetto alla prima frazione di gioco non basta ad assolvere gli uomini di Bortoluzzi «capaci» di tornare a casa a mani vuote dopo avere affrontato un avversario che finora aveva vinto solo una volta sul campo, che era reduce da cinque sconfitte consecutive e che non conquistava da tre mesi l’intera posta in palio. I gol del match, un vero e proprio anticipo di serie B tra due formazioni che si ritroveranno l’anno prossimo tra i cadetti, portano la firma di Muric e di Mitrita, autori entrambi della prima rete in questo campionato. E non è un caso che entrambe le marcature siano state realizzate dagli esterni offensivi di destra. Sui due gol, infatti, è evidente la responsabilità di un distratto Aleesami, estremamente disattento nella sua zona di competenza (l’out sinistro) nell’applicazione delle diagonali e nella lettura delle situazioni difensive. A prescindere dai moduli (ieri i rosanero hanno iniziato con il collaudato 3-5-1-1 passando poi, in base ai cambi effettuati da Bortoluzzi durante la gara, al 3-4-2-1 e al 4-2-3-1), l’esterno norvegese ha sempre mostrato dei limiti in fase difensiva. Un difetto che, ovviamente, spicca di più in un gruppo come quello rosanero con gravi lacune strutturali.
Disattenzioni del pacchetto arretrato, poca incisività in zona gol (il più pericoloso ieri non è stato Nestorovski, a digiuno dal 26 febbraio, ma il centrocampista Chochev con alcuni colpi di testa) e problemi nella circolazione del pallone: i soliti difetti, mascherati in parte dagli ultimi risultati positivi, sono riapparsi ieri sera nel monday-night della penultima giornata al cospetto di un Pescara dignitoso ma molto vulnerabile. Una squadra che, pur avendo delle geometrie e un impianto di gioco grazie alla mano di Zeman, sulla carta era assolutamente alla portata di un Palermo apparentemente in salute. Se la sfida dell’Adriatico doveva essere un test utile per provare a guadagnarsi una riconferma, molti giocatori hanno fallito la propria missione. E anche Bortoluzzi ha sprecato in un solo colpo i bonus acquisiti nelle ultime settimane. Il risultato è ininfluente in termini di classifica ma perdere a Pescara dopo la mini-serie positiva di tre partite e avere battuto in casa Fiorentina e Genoa è un passo indietro che, certamente, non favorisce la sua candidatura in vista della prossima stagione.