Il presidente del Distretto della pesca e crescita blu, che ieri aveva criticato l'interpretazione unilaterale che le autorità che si rifanno al generale Khalifa Haftar, conferma la liberazione dell'equipaggio dell'imbarcazione fermata due giorni fa nella zona di Tobruk. Il natante sarebbe da poco uscito dal porto di Ras al Helal
Libia, rilasciato dai miliziani mopotesca Ghibli I Tumbiolo: «Non è stata pagata nessuna multa»
«Sono usciti da pochi minuti dal porto». Commenta così il presidente del Distretto della pesca e crescita blu, Giovanni Tumbiolo, il rilascio del motopesca Ghibli I fermato negli scorsi giorni in acque internazionali da una motovedetta con a bordo miliziani libici. L’imbarcazione trapanese, mentre si trovava nella zona di Bomba nell’area di Tobruk – era stata costretta a ormeggiare nel porto di Ras al Helal. In un primo tempo si pensava che le autorità libiche pretendessero il pagamento di una multa per quello che hanno ritenuto uno sconfinamento nelle proprie acque territoriali, ma così non sarebbe stato. «Nessuna sanzione, soltanto spese amministrative», dichiara Tumbiolo a MeridioNews.
Ad annunciare il rilascio è stato con un tweet il ministro degli Esteri Angelino Alfano. «Il peschereccio Ghibli I può tornare in mare. I membri dell’equipaggio dalle loro famiglie. Liberi. Ancora un ottimo risultato», ha scritto il capo della Farnesina. All’origine del fermo ci sarebbe stata la diversa interpretazione dei limiti territoriali in mare. «I miliziani che hanno sequestrato l’imbarcazione fanno riferimento al generale Khalifa Haftar – aveva detto ieri Tumbiolo -. A quanto pare, per loro le acque territoriali della Libia si estendono per 75 miglia dalla costa, praticamente considerano proprio il Mediterraneo, ed è una interpretazione totalmente unilaterale».
L’armatore del Ghibli I, Domenico Asaro, ieri aveva parlato della difficoltà di trovare persone disposte a lavorare sulle navi che lavorano al largo. «La marineria di Mazara del Vallo negli ultimi decenni ha salvato molte vite umane nel Mediterraneo ma anche pagato in vite umane e soldi di sequestri. Ormai siamo allo stremo. Ci troviamo sull’orlo del fallimento», ha detto Asaro, quando ancora non erano certi i tempi per il rilascio dell’equipaggio.