Gli allievi, di età compresa tra i 13 e i 19 anni, si sfideranno per conquistare un posto alla competizione internazionale che si terrà a giugno negli Stati Uniti. «Lo scopo dell’evento è avvicinare i ragazzi allo studio delle cervello e delle sue patologie», dice Maria Vincenza Catania a MeridioNews
Olimpiadi neuroscienze, in scena finale nazionale Coordinatrice: «Bella vetrina per i nostri studenti»
Duecentodiciassette scuole e 5400 studenti in tutto il territorio italiano. Le Olimpiadi delle neuroscienze diventano sempre più attrattive per gli studenti delle scuole superiori di età compresa fra i 13 e i 19 anni, che vogliono approfondire lo studio del cervello umano e le sue numerose sfumature. La finale dell’evento – promosso dalla Società italiana di neuroscienze e organizzato dall’istituto di Scienze neurologiche del Consiglio nazionale delle ricerche – si svolgerà a Catania, al palazzo della Cultura di via Vittorio Emanuele, oggi, quando i giovani cervelloni si contenderanno la borsa di studio per la fase internazionale che vedrà competere i finalisti, dal 3 al 6 agosto, all’American psychological association’s convention di Washington, negli Stati Uniti.
«Siamo orgogliosi di questa opportunità, è una bella vetrina per la nostra città e soprattutto per i nostri studenti», dice a MeridioNews Maria Vincenza Catania, coordinatrice nazionale del Cnr etneo, secondo cui lo scopo dell’’iniziativa è «attrarre i giovani verso lo studio delle neuroscienze e la ricerca nei settori delle neuroscienze sperimentali e cliniche per combattere le malattie neurologiche e psichiatriche che rappresentano la grande sfida del nostro millennio».
Quello delle neuroscienze è un ambito pluridisciplinare quello delle neuroscienze, che tocca lo studio della struttura e del funzionamento del cervello umano, il gioco delle relazioni economiche e personali, il comportamento dell’uomo contemporaneo, l’intelligenza, la memoria, le emozioni, lo stress, l’invecchiamento, il sonno e le malattie del sistema nervoso. «È affascinante il fatto che in un certo senso il cervello vuole comprendere se stesso – spiega Catania – e oggi abbiamo tutti gli strumenti per poter studiare questa parte di corpo umano che a differenza di altre ancora presenta aspetti sconosciuti o poco noti». Sarebbe proprio questo, per la coordinatrice dell’evento, l’aspetto che più intriga i ragazzi, stuzzicati anche dall’idea di studiare alcune malattie per cui fino a ora non esistono cure.
Sono 87 i siciliani che hanno gareggiato nella fase regionale, provenienti da diciassette scuole di quasi tutte le province dell’Isola, e che ieri hanno ascoltato la relazione di Ferdinando Nicoletti, professore ordinario di Farmacologia alla Sapienza di Roma, sul tema Meccanismi biologici dei disturbi psichiatrici. È stato lui ad aprire ufficialmente la due giorni catanese.