Quasi tre ore ferma prima di poter far scendere una persona sulla barella. Questa la disavventura dei soccorritori del 118 del Comune etneo che, insieme ad altre due ambulanze, hanno dovuto aspettare davanti al reparto d'urgenza del Comune ionico
Acireale, ambulanze in attesa al Pronto soccorso Comitato: «La colpa è chiusura reparto a Giarre»
«L’ambulanza medicalizzata di Giarre interviene per un codice rosso all’1,00 circa, dopo essere rientrata intorno alla mezzanotte da un altro intervento che l’ha costretta a rimanere in attesa di sbarellare presso il Pronto soccorso di Acireale per circa tre ore». Questa la denuncia del comitato a difesa del presidio sanitario di Giarre, che prosegue e parla anche di «altrettante attese per i mezzi di Mascali e di Riposto, fermi per lo stesso motivo in altri reparti d’urgenza». Una situazione di attesa che, come spiegano, avrebbe conseguentemente lasciato scoperto il territorio «per tutto questo tempo dalla possibilità di coprire ulteriori emergenze».
Secondo la ricostruzione, il mezzo di Giarre sarebbe ritornato in postazione alle 9,00 di questa mattina, dopo oltre «otto ore di attesa ad Acireale grazie all’intervento di un’altra ambulanza che, pare, abbia dato il cambio alla “barella” della vettura giarrese». Questo avvicendamento sarebbe stato necessario per «consentire che l’ambulanza di Giarre riprendesse la propria barella per rientrare in postazione». Le segnalazioni dei disservizi, come spiegano dal comitato, sono arrivate dagli stessi cittadini che hanno subito i disagi. Ma non sono, purtroppo, le uniche che si sono verificate negli ultimi anni. E, secondo Angelo La Rosa del comitato, sarebbero collegabili alla chiusura del reparto di primo soccorso nella città ionica. «Il Pronto soccorso di Giarre – racconta a MeridioNews – riusciva prima a gestire tutto un bacino di utenza che ora è si riversa solo su Acireale. Un problema che per i casi meno gravi può essere gestito ma – aggiunge – certi interventi devono essere effettuati celermente, e ci sono ritardi incredibili». «Chi ha deciso questa situazione – conclude – ovvero la politica regionale, deve assumersi questa responsabilità».
Il comitato sottolinea infine i rischi a cui è sottoposto il personale sanitario a bordo, che è esposto all‘ira dei familiari delle persone che necessitano aiuto. «Dopo un’attesa estenuante, con il pericolo per la vita dei propri cari, certe persone diventano irascibili e si corre il pericolo di aggressioni ai soccorritori, come è già avvenuto di recente». «Ricordiamo – si legge a conclusione di una nota – che la struttura di Giarre ha cessato le sue attività a seguito del provvedimento dell’Asp di Catania, assecondato dagli amministratori locali che non hanno saputo opporsi a questa scellerata decisione sottoscritta durante il confronto con l’assessora Lucia Borsellino che si tenne nel capoluogo etneo il 25 maggio 2015, anche a seguito del decesso della signora Maria Mercurio».