L'Azienda sanitaria provinciale di Siracusa ha deciso che i capi il cui latte è risultato nel 2015 con livelli oltre la norma di diossina dovranno essere distrutti. Allarme da Legambiente e Decontaminazione Sicilia: «Si dica quali sono i terreni pericolosi». I proprietari verranno indennizzati così come previsto dalla legge
Augusta, 28 bovini contaminati da diossina Asp ordina l’abbattimento entro fine mese
Allarme diossina nel territorio di Augusta. In seguito a dei controlli effettuati dall’Asp di Siracusa su campioni di latte di un’azienda zootecnica di contrada Batale, è stata rilevata la «presenza di diossine e policlorobifenili superiore al limite consentito». I prelievi vennero effettuati l’11 aprile del 2014, mentre un anno dopo il servizio di sanità animale ha prescritto ai proprietari «il divieto di uscita dei bovini dall’allevamento, di trasformazione, consumo e cessione a terzi e commercializzazione dei prodotti alimentari». Infine, lo scorso 29 marzo l’Asp ha invitato la sindaca di Augusta, Cettina Di Pietro, a emettere una ordinanza per l’abbattimento di 24 bovini. L’intervento, che si svolgerà alla presenza del servizio veterinario, dovrebbe essere effettuato entro le prossime due settimane.
Legambiente e Decontaminazione Sicilia non nascondono la propria preoccupazione per il rilevamento delle due sostanze estremamente pericolose per la salute umana. «Un’anticipazione di questa misura era stata data dalla stessa sindaca nella manifestazione del Movimento 5 stelle del 9 aprile – affermano il vicepresidente di Legambiente Sicilia Enzo Parisi e il presidente di Decontaminazione Sicilia Luigi Solarino, – durante la visita all’impianto di incenerimento Gespi di Punta Cugno. I manifestanti – proseguono Parisi e Solarino – hanno lamentato la puzza che si avvertiva nell’aria ma non ci si è chiesto per quale ragione e per colpa di chi le mucche sono contaminate e verranno soppresse». Il riferimento va all’inceneritore: «La condanna riportata da Gespi dimostra che queste tipologie di impianti sono le principali fonti di emissione di diossine – attaccano i due -. Nessuno si è ricordato che altri casi di inquinamento da diossina si sono già verificati, come per Enel Tifeo, e che purtroppo la contaminazione di diverse porzioni di suolo è 20 volte oltre il limite». Un suggerimento poi all’amministrazione comunale: «Vengano rese note le zone dove hanno pascolato i bovini, per evitare che altri lo facciano, che vi si coltivino ortaggi o che persone inconsapevoli vi transitino. Mentre alle autorità sanitarie chiediamo di intensificare la vigilanza sia sugli allevamenti che sulle possibili fonti di contaminazioni come camini, pascoli, mangimi, acque». Un appello infine alle associazioni animaliste: «Spingano affinché gli animali vengano condotti in aree protette dove finire in pace i loro giorni, evitando l’abbattimento».
L’assessore comunale all’Ambiente, Danilo Pulvirenti, in merito a questa vicenda dichiara: «Sono andato sul posto e i proprietari mi hanno detto che i bovini hanno sempre pascolato soltanto in un’area adiacente alla loro azienda, che si trova vicino alla sede dei vigili del fuoco». Pulvirenti parla poi dei danni subiti dagli imprenditori: «In questi due anni e mezzo la loro attività è stata ferma. Per i proprietari è stato un costo economico non indifferente mantenere questi capi e l’abbattimento sarà loro indennizzato come disposto da una normativa regionale. L’Asp – aggiunge – effettua dei controlli a campione e al momento non risulta che vi siano altre aree o capi di bestiame che possano presentare il problema». Lo sguardo va poi al futuro. «È chiaro a tutti che il sistema industriale che insiste sul nostro territorio inquina. I deputati nazionali e regionali – conclude Pulvirenti – debbono dare un nuovo input alle politiche basate sulle energie rinnovabili. Continuare su queste politiche energetiche basate sulle fonti fossili o sugli inceneritori ci deve fare allarmare».