Il tecnico romagnolo, secondo allenatore dell’era Zamparini, pensa che la formazione di Lopez abbia tutte le carte in regola per impensierire l’Empoli fino allo scontro diretto dell’ultima giornata. Fondamentale sarà la gara odierna contro il Cagliari, club con cui nel 2004/05 ha esordito in A
Palermo, Arrigoni esorta alla positività «I rosanero possono ancora salvarsi»
Il Palermo può evitare la retrocessione. Al partito di coloro che, classifica alla mano, considerano la salvezza un obiettivo ancora alla portata degli uomini di Lopez si è iscritto anche l’allenatore Daniele Arrigoni, doppio ex della sfida con il Cagliari in programma questo pomeriggio al Barbera. Il cinquantasettenne tecnico romagnolo, che nel 2015 ha assunto la guida delle rappresentative di Lega Pro, dispensa pillole di ottimismo in un ambiente come quello rosanero che ha perso entusiasmo e che ormai da diverse settimane è costretto a convivere con i fantasmi della serie B. «Io penso che il Palermo possa salvarsi anche perché, vincendo, si avvicinerebbe all’Empoli (ko ieri sera a Roma nel match contro i giallorossi, ndr) e non dimentichiamo che all’ultima giornata c’è lo scontro diretto al Barbera – ha dichiarato Arrigoni intervistato da Meridionews – Tutto è in ballo, tutto è ancora da giocare. Il Palermo finora in casa ha stentato? La squadra ha raccolto pochi punti tra le mura amiche ma non è escluso che possa invertire il trend e magari vincere davanti al proprio pubblico tutte le partite che restano prima della fine del campionato. Una serie utile di quel tipo avrebbe profumo di salvezza».
Traguardo che, inevitabilmente, passa attraverso la gara odierna contro la formazione guidata da Rastelli. Una squadra che, stazionando in una posizione di classifica al riparo da brutte sorprese, sulla carta avrà meno stimoli rispetto a un Palermo affamato di punti preziosi in chiave salvezza. «In teoria i padroni di casa avranno questo vantaggio ma è necessario che questo aspetto non si trasformi in qualcosa di diverso – sottolinea il secondo allenatore rosanero dell’era Zamparini – il Cagliari (che ha allenato in due diversi segmenti temporali e con cui nel 2004/05 ha esordito in serie A, ndr) è tranquillo ma certamente non ci starà a perdere». Riavvolgendo il nastro della sua carriera, Arrigoni preme il tasto ‘play’ sulle esperienze vissute in Sicilia e in Sardegna: «Ho lavorato in due contesti diversi – spiega – il Cagliari era una realtà già consolidata, mentre il Palermo (squadra che ha guidato nel campionato di serie B 2002/03 iniziato con Glerean e concluso con Sonetti, ndr) era allora un club in rampa di lancio. Una società che stava costruendo un certo tipo di percorso orientato verso l’élite del calcio nazionale come dimostrano i buoni risultati ottenuti negli anni successivi».
Il ricordo di Palermo e di Cagliari non può che coincidere con quello della convivenza con i vulcanici Zamparini e Cellino: «Due presidenti diversi anche se entrambi vivono le gare in maniera piuttosto accesa. Sono presidenti e ci sta…Forse Zamparini era più equilibrato durante la settimana, meno la domenica in occasione delle partite». Zamparini, però, adesso è dietro le quinte. Il presente, in casa rosanero, si chiama Paul Baccaglini: «Ho difficoltà ad esprimere un giudizio perché non vivo le vicende rosanero, ma certamente la sua energia è un aspetto positivo e può caricare tutto l’ambiente».