Laboratori e visite guidate, progettazione di giardini urbani e stage presso cooperative e imprese sociali: per ragazzi e ragazze di età compresa tra i 18 e i 35 anni si aprono prospettive di impiego nel territorio. All'insegna della cura dell'ambiente
R.E.T.E, un progetto per dare lavoro a 30 giovani Neet «Sinergia tra pubblico e privato garantirà il successo»
«Non studio, non lavoro, non guardo la tv, non vado al cinema, non faccio sport»: il vecchio verso di una canzone dei Cccp riassume ancora oggi i sentimenti che animano i NEET (not in education, employment or training), i giovani che non studiano e non lavorano perché hanno perso la speranza e l’interesse per un domani migliore. E a 30 di loro, di età compresa tra i 18 e i 35 anni, si rivolge il progetto R.E.T.E. – Rete Educativa Territoriale Ecosostenibile. Finanziato dal Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il progetto verrà presentato questa mattina all’Aula Magna Ballatore, all’interno del Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali.
L’obiettivo è dunque quello di favorire l’inclusione sociale attraverso la costruzione di una rete che offra opportunità di partecipazione civica, co-educazione, formazione, supporto ad iniziative di impresa sociale centrate sulla cura dell’ambiente e del territorio. «In questo tipo di progetti – dice Lavinia Tumminia, referente della società cooperativa e capofila Contaminando Bios – il punto di forza maggiore è la sinergia tra pubblico e privato. In questo modo si garantirà il successo, riuscendo a valorizzare persone e territori».
Tra le attività previste laboratori sugli agrosistemi, progettazione e realizzazione di un giardino tematico all’interno del ex Presidio Ospedaliero Pisani, percorsi sensoriali per un viaggio all’interno della follia e la simulazione della realizzazione di un’impresa sociale. Inoltre sarà possibile partecipare a cinque visite guidate gratuite in quelle che sono cinque eccellenze del territorio: il Parco delle Madonie, l’Orto Urbano Codifas, l’Orto Botanico di Villa Giulia, l’azienda bio-agricola Valle del Torto, i terreni di Partinico confiscati alla mafia. Al termine delle attività sarà possibile svolgere uno stage presso cooperative ed imprese sociali del territorio che si occupano di agricoltura sociale, educazione ambientale e di riabilitazione e cura attraverso l’orto-giardino terapia. Per coloro che vorranno poi proseguire l’esperienza e provare a farla diventare un vero e proprio lavoro, saranno accompagnati nelle fasi di costituzione di un’associazione ad hoc che verrà supportata dai partner del progetto R.E.T.E.