I vigili urbani catanesi trovano un altarino murato e accusano un senegalese. Il sindaco Stancanelli dice che è un fatto scandaloso. Ma la notizia, apparsa su Repubblica e La Sicilia, è falsa. Riprendiamo da 'U cuntu l'articolo di Giuseppe Scatà
Bufale e altarini
Da Catania la notizia rimbalza sul web in tutta Italia, esce su Repubblica ed è in prima pagina sul quotidiano locale La Sicilia. “L’ha lanciata l’Ansa, è incredibile”, dice un ragazzo senegalese che gestisce un centro telefonico in via Gemmellaro. L’altarino è in una viuzza stretta, in via Vitali, tra Via Gemmellaro e via Costarelli. I vigili urbani hanno detto che, durante un’operazione di controllo nella zona, hanno scoperto l’altarino della Madonna murato, e che probabilmente sono stati i senegalesi (musulmani) che abitano nella traversa. La notizia è subito smentita da un bancarelliere della fiera che ha il magazzino in via Costarelli: “La parete dell’altarino è quella del mio magazzino. Io lavoro da quindici anni qui ed è sempre stato murato. In questa strada lavoravano delle prostitute che si erano impossessate abusivamente dei locali, come è successo a San Berillo vecchio, tanto che nell’ultimo blitz le forze dell’ordine hanno murato tutti gli ingressi e le porte. Forse pure l’altarino, che magari era ormai vuoto. Sotto io stesso ho passato un po’ di cemento sul muro, perché c’era un buco, e l’amministrazione non si è curata di ripararlo.
La strada, al contrario di quanto dicono i vigili urbani, è anche abitata da catanesi, da studenti fuorisede e dai cinesi di una bottega vicino, i quali, intervistati, ci dicono: “Abitiamo proprio di fronte all’altarino. Da sette anni l’abbiamo visto sempre così. Col cemento”. Stessa cosa dicono gli studenti che abitano nel portone di fronte e così pure un catanese che abita in via Vitali fin da bambino, che ci racconta: “La strada era diventata una discarica già da parecchi anni, e molta gente veniva qui a orinare. Tanto che io non passavo più dall’altarino da quando ero ragazzo e credo che qualcuno, impietositosi delle condizioni della strada, abbia rimosso la Madonnina e murato una nicchia ormai totalmente dimenticata. Anzi, noi abbiamo chiamato per anni la nettezza urbana e i vigili urbani, ma non ci hanno mia dato retta. Fin quando abbiamo minacciato l’intervento di Striscia la Notizia, e i vigili sono arrivati. Hanno fanno il loro dovere con la nettezza urbana e hanno visto l’altarino. Escludo assolutamente che siano stati i senegalesi”. “Qui i vigili non sono mai venuti, nonostante le nostre telefonate, ci dice un altro abitante di via Vitali, né in via Gemmellaro dove da un anno c’è un tombino scoperto. In molti si sono fatti male, e qualcuno piuttosto che coprirlo ci ha messo sopra un bidone di plastica del comune?
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Quindi i vigili urbani, probabilmente spaventati da una denuncia nazionale come quella di Striscia la Notizia, e memori dell’ultima puntata delle Iene sul professore Rossitto, corrono in via Vitali, spazzano via tutto, trovano l’altarino e accusano i senegalesi. I giornalisti dell’Ansa danno loro immediatamente credito senza interpellare i diretti interessati dei negozi attorno. E così il sindaco, amareggiatissimo, non chiede verifica dell’accaduto, ma comunica che: “In questo caso siamo davanti a un gesto sacrilego forse operato da chi a quella simbologia non attribuisce alcun significato (?). Da parte nostra c’è il massimo rispetto per il sentire religioso e le tradizioni di tutte le etnie che vivono e convivono nella nostra città, ma è giusto pretendere reciprocità perché atteggiamenti diversi verso la nostra cultura e la nostra tradizione non potrebbero essere certo da noi tollerati”.
Considerato però l’affetto che i catanesi nutrono verso i simboli cattolici, le dichiarazioni dei vigili e dei giornalisti rischiano di scaldare troppo gli animi dei cittadini e di rinfocolare il già pesante clima di intolleranza che si respira a Catania: vedi sgombero Experia. Tali dichiarazioni tra l’altro non sono state fatte da nessun sindaco, e neanche dall’arcivescovo di Catania, quando la magistratura ha aperto un’inchiesta sulla festa di Sant’Agata controllata dalla mafia. Altro che mancato rispetto verso i nostri simboli religiosi!
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Tra i senegalesi e i vigili urbani non corre buon sangue. Questi ultimi, assenti dalle strade cittadine perché tutti promossi a commissari dall’ex sindaco Scapagnini, muovendosi con poche volanti inseguono e sequestrano preferibilmente la merce degli extracomunitari abusivi, senza risparmiare insulti. Questi, per evitare grane con la giustizia e dunque immediato rimpatrio, si danno sempre alla fuga e non reagiscono mai, al contrario di quanto affermano vigili e sindaco. Chi ha reagito recentemente è stato un catanese, l’estate scorsa, in Viale Artale Alagona, il quale vendeva merce abusivamente e ha spedito il vigile all’ospedale Cannizzaro, con una prognosi di due giorni. I commercianti abusivi che allestivano una fiera non autorizzata in via del Rotolo da parecchi anni, dopo una battaglia per strada sono stati legalmente autorizzati dall’assessore Chisari a montare le proprie bancarelle in via Alcide de Gasperi, da poco ricostruita e dove l’amministrazione comunale ha speso parecchi milioni di euro per creare una via di fuga da eventuale tsunami.
La via di fuga è attualmente inatasata dagli ambulanti catanesi, che però hanno diritto di voto. Lo tsunami deve ancora arrivare. A luglio il proprietario di un camioncino di panini di fronte ad AfricaTel, in via Ventimiglia, è stato arrestato dalle forze dell’ordine perché aveva barbaramente picchiato un senegalese. Di ciò né la stampa locale, né quella nazionale hanno parlato. Il 14 Ottobre, dei vigili urbani sono entrati in una casa privata di senegalesi per sequestrare merce contraffatta. I senegalesi hanno reagito perché – sostengono – i vigili non avevano mandato di perquisizione e hanno usato le maniere forti. Probabilmente le stesse maniere, per paura di ritorsioni, non sono riservate ai catanesi. Lo ‘scoop’ dell’altarino murato è dunque da inquadrare nelle frizioni vigili catanesi-senegalesi ed è da collegare all’episodio degli zingari arrestati nel parcheggio di Auchan nel 2007 per tentato sequestro di minore, accusa poi rivelatosi totalmente infondata, anche grazie all’inchiesta fatta dal sito universitario catanese Step1.