Prima era stato il sottosegretario ad attaccare, stamattina: «C'è chi ama passare intere giornate a costruire dossier fasulli nei confronti di avversari politici e alleati», aveva detto del governatore. Che non ha fatto tardare una risposta durissima: «Un giano bifronte che usa il potere per dare incarichi di sottogoverno»
Regione, scontro totale tra Faraone e Crocetta Presidente: «Ingerenza illegittima su assessori»
È scontro totale tra Rosario Crocetta e Davide Faraone. «Si è inserito pesantemente dentro la linea del governo regionale presente – ha attaccato il governatore – imponendosi ai suoi uomini. E questo non è consentito. Faraone ha fatto finta di non essere al governo, ma ha esercitato un’illegittima ingerenza sui suoi assessori, cosa che non è accettabile, facendo finta di fare opposizione. Un giano bifronte che si avvale delle leve del potere per nominare consulenti, gabinettisti, dare incarichi di sottogoverno, senza assumersi alcuna responsabilità».
L’attacco frontale arriva dopo che il sottosegretario alla Salute, in mattinata in visita a Catania, non aveva fatto mancare, incalzato dai giornalisti, le sue critiche al governo regionale. «C’è chi ama lavorare – ha detto -, chi ama fare provvedimenti concreti e chi ama invece passare pomeriggi all’Arena di Giletti o intere giornate a costruire dossier fasulli nei confronti di avversari politici e alleati. Buttare fango su persone perbene». Il riferimento è anche alla vicenda di Riscossione Sicilia e allo scontro tra il suo presidente, Antonio Fiumefreddo, fedelissimo di Crocetta, e l’Ars. «Abbiamo lavorato nonostante una zavorra non da poco – ha affermato Faraone – e siamo stati una sorta di girello. Ma con il girello, lo so, ti muovi a fatica, resisti, certamente non corri. Avremmo voluto fare più in fretta e meglio, avremmo voluto chiudere Riscossione Sicilia e creare un fisco amico dei siciliani, avremmo voluto che tutti i soldi destinati fossero stati ben spesi in Sicilia».
Ulteriore terreno di battaglia è il ruolo dell’assessore all’Economia Alessandro Baccei, a cui Crocetta nei giorni scorsi ha inviato una lettera aperta, in contrapposizione su diversi temi. E alcune consulenze al suo assessorato che Baccei oggi ha annunciato di ritirare su invito del presidente. «Ho revocato per ragioni di opportunità le consulenze a Domenico Casalino e Giuseppe Tomaino (ex amministratore delegato di Sicilia Innovazione), i cui contratti scadono fra tre giorni per quanto riguarda il primo; tra dieci per il secondo. Sposo la linea rigorista del presidente, me lo ha chiesto e l’ho fatto agendo di conseguenza, mi aspetto adesso coerenza da parte di tutti». Casalino, ceo di Techno Sky (gruppo Enav), è comparso in alcune intercettazioni, ma non indagato, nell’inchiesta Consip delle Procure di Roma e Napoli. «Adesso – ha aggiunto Baccei – mi aspetto che anche altri assessori facciano lo stesso qualora abbiano notizia di persone che a titolo gratuito o oneroso, indagate o peggio condannate, collaborano con l’amministrazione».
«Voglio dire a Faraone – ha attaccato Crocetta – che è inutile buttarla in politica. Richiedo un chiarimento pubblico; le linee che noi scegliamo per gli appalti devono servire a proteggere le piccole e medie imprese e l’occupazione, contrastando le politiche di monopolio su appalti e acquisti in Italia che oggi vedono coinvolta una stazione appaltante dello Stato come la Consip, che ho sempre denunciato. Voglio dire a Faraone che il problema non è l’assessore Alessandro Baccei, ma lui stesso». E ancora: «Non faccia il difensore di Baccei. La partita tra me e Baccei è amministrativa e non politica e verrà chiarita in autonomia con l’assessore. Faraone è un finto: predica l’uscita dal governo e ci sta dentro godendosi solo benefici e scaricando a me tutti i problemi. Baccei è un mio assessore, lo lasci lavorare e non gli proponga Consip nazionali. La Regione è autonoma e non accetta cappelli da Roma. Ma tu, Daviduccio, lascia in pace Baccei e fallo lavorare».
Meno diretto il sottosegretario fedele a Matteo Renzi. «Voi – ha detto stamattina ai giornalisti che gli chiedevano del governo regionale – ancora vi appassionate a discutere di questa legislatura, per me è il passato. Rottamata. Chiusa. Non mi interessa più. Giornali, TV, cronaca politica regionale ogni volta salto la pagina, cambio canale. Noi ormai guardiamo avanti, dobbiamo abbandonare il girello, togliere le zavorre e correre. Bisogna soltanto fissare subito la data delle primarie e pensare al futuro, chiudere in fretta con una stagione che è meglio lasciare alle spalle. Intanto tiriamo fuori idee, lunedì saremo con De Vincenti a Siracusa, stiamo realizzando aree libere dalle tasse in Sicilia, per stimolare gli imprenditori ad investire e a creare occupazione. Il confronto con l’Europa è aperto».
Crocetta infine torna indietro nel tempo, alla famosa frase pubblicata da L’Espresso in cui il suo medico, Matteo Tutino, avrebbe offeso Lucia Borsellino. «A Davide Faraone – ha dichiarato il presidente della Regione – voglio ricordare che né lui né i suoi amici sono stati garantisti. Io lo sono stato sempre. Quando uscì la finta intercettazione su Matteo Tutino, fu proprio Faraone alle 8.30 del mattino a lanciare la prima nota di massacro nei miei confronti, chiedendo le mie dimissioni e a seguire ovviamente tutti, avendo dato Faraone una rappresentazione falsa di quei fatti. Faraone non mi ha mai chiesto scusa, neppure in privato».