Il cadavere dell'animale - un meticcio di colore nero - forse si trovava nel fondo agricolo abbandonato di via Tomasello da qualche giorno. A scoprirlo, questo pomeriggio, un gruppo di ragazzini che passavano dalla zona. «Nessuna ipotesi sull'autore di questa crudeltà», dice una volontaria animalista
S. M. di Licodia, cane impiccato in un terreno «Legato al collo con un filo di ferro e una trave»
Un altro episodio di inciviltà. A Santa Maria di Licodia un cane, un meticcio di colore nero, è stato trovato impiccato all’interno di un vasca di raccolta acqua in disuso. La scoperta, all’interno di un fondo – pare abbandonato – nei pressi di via Tomasello, è stata fatta nel pomeriggio di oggi da alcuni ragazzini che si trovavano nella zona. Immediata è scattata la segnalazione alle autorità competenti. I primi ad arrivare sul posto sono stati i volontari dell’associazione animalista Porgi l’altra zampa: «Il cane ha il muso legato ed è stato impiccato con un filo di ferro legato al collo a una trave presente nella vasca di raccolta», dice Anna Maria Puglisi, volontaria dell’associazione. «Non sappiamo se si tratta di un randagio o di un cane di proprietà. A prima vista, il cane peserebbe sui dieci, dodici chili, e potrebbe essere stato ucciso almeno da tre giorni».
Nella zona, secondo la volontaria, non sono presenti branchi di randagi. E non ci sono ipotesi su chi possa essere stato l’autore «di questa crudeltà». Nel tardo pomeriggio di oggi sono arrivati sul luogo del ritrovamento sia i carabinieri della stazione licodiese – che si occuperanno delle indagini per individuare i responsabili -, sia gli agenti della polizia municipale, che hanno provveduto a recuperare la carcassa che sarò poi affidata a una ditta specializzata. «Non sono a conoscenza del fatto – dice a MeridioNews il sindaco di Santa Maria di Licodia Salvatore Mastroianni – Permettetemi di confrontarmi con le forze dell’ordine per avere conoscenza nel dettagli dell’accaduto. Si tratta di un’azione gratuita e immotivata».
Qualche settimana fa, sempre nel Comune etneo, sono stati trovati morti due cani randagi in via Orazio Longo. In quel caso si era parlato di avvelenamento, ma i vigili urbani non avevano trovato elementi oggettivi per suffragare questa ipotesi. L’episodio di Santa Maria di Licodia richiama alla mente un altro caso di impiccagione di un cane: era il 18 gennaio e il Comune era quello di Paternò. Sul ponte di contrada Pietralunga, il cavalcavia che attraversa il fiume Simeto, era stato trovato impiccato un cucciolo di randagio di quattro, cinque mesi. L’animale era di taglia media e di colore nero. I vigili urbani di Paternò avevano aperto un fascicolo contro ignoti.