Migranti: tragedia di Portopalo, dal libro alla fiction «Fantasmi di Sicilia sono diventati quelli d’Europa»

Stasera e domani Beppe Fiorello su Rai1 racconta la storia di Salvatore Lupo, protagonista, suo malgrado, della prima tragedia dei migranti nel Mediterraneo, nella notte di Natale del 1996. I Fantasmi di Portopalo, prima di essere una fiction, è stato un libro, un documento prezioso che racconta questa vicenda, scritto dal giornalista Giovanni Maria Bellu. Nella notte tra 25 e 26 dicembre di 21 anni fa, una nave venne speronata e affondata da un’imbarcazione maltese in acque internazionali, nel Canale di Sicilia. A perdere la vita furono 283 persone provenienti dallo Sri Lanka, dall’India e dal Pakistan.

«Quando si è ritornati a pescare – ha raccontato Lupo a MeridioNews – dopo pochi giorni di festività natalizie, molti dicevano di aver “pescato tonni”. Io inizialmente non capivo a cosa facessero riferimento, poi ho realizzato che era il nome in codice per i cadaveri in decomposizione». Passano cinque anni, quei morti in fondo al mare rimangono il segreto che a Portopalo tutti sanno, ma nessuno vuole dire. Fino al 2001, quando la rete gettata da Lupo rimane impigliata e viene semidistrutta dall’impatto con un ostacolo sottomarino. «È riemersa portando con sé pezzi di legno, alcune piccole ossa umane e resti di abiti – ha continuato. Capii subito di cosa si trattava». Fra gli stracci, c’era anche una tessera di riconoscimento, ben conservata sotto la plastica, con la foto di un ragazzo molto giovane dalla pelle scura. 

Sarà il giornalista Maria Bellu a trovare l’identità di quel ragazzo, Anpalagan Ganeshu, srilankese di etnia tamil di soli 17 anni, e a risalire alla sua partenza, mentre una videocamera subacquea mostrerà il relitto del F174 e i resti umani avvolti negli stracci. È l’inizio della ricostruzione della prima tragedia del Mediterraneo, mentre Lupo è costretto a lasciare Portopalo e a smettere di fare il pescatoreIl relitto dell’imbarcazione, così come i corpi, sono ancora in fondo al mare a largo della costa siciliana. Negli anni scorsi sono state raccolte duemila firme a sostegno di una petizione volta al recupero della nave, ma nulla si è mosso concretamente. 

Intanto, in occasione dell’uscita del film, è stata pubblicata la nuova edizione del libro I fantasmi di Portopalo, edito da Mondadori. «Una versione aggiornata – commenta l’autore Giovanni Maria Bellu, che nella fiction è impersonato dall’attore Giuseppe Battiston -, rivista in alcuni passaggi, con un lungo nuovo capitolo finale che è una breve storia di quanto è accaduto dal ritrovamento del relitto della cosiddetta nave fantasma a oggi. E spiega perché i fantasmi di un piccolo paese della Sicilia sono diventati i fantasmi dell’Europa». 

Rispetto al film, il giornalista aggiunge: «Beppe Fiorello ha creduto alla forza della storia fin dal principio. E ha voluto raccontare il coraggio del suo corregionale Salvo. Che l’ha pagato duramente, questo coraggio, sia sul piano personale, sia sul piano professionale. Il racconto per immagini che il regista Alessandro Angelini e gli sceneggiatori (Salvatore Basile, Paolo Logli e Alessandro Pondi, con lo stesso Fiorello) hanno costruito restituisce in modo avvincente la sostanza del mio testo. È una sintesi del conflitto in atto tra i principi solennemente affermati subito dopo la fine della seconda guerra mondiale e quanti vogliono distruggerli. E racconta una certa idea della professione giornalistica. E anche del mondo».


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