Il pubblico ministero titolare del fascicolo sulle presunte combine del Calcio Catania, Alessandro Sorrentino, è stato audito dai componenti di Palazzo San Macuto. Sotto la lente d'ingrandimento un presunto «quadro di fenomeni estorsivi anche a danno di calciatori», spiega l'esponenti della commissione Marco Di Lello
Treni del gol, pm di inchiesta sentito in Antimafia Luce sui rapporti calcio-criminalità organizzata
Questo pomeriggio, a partire dalle 14.30, il pm titolare dell’inchiesta I treni del gol Alessandro Sorrentino è stato ascoltato dal comitato Mafia e manifestazioni sportive della commissione parlamentare Antimafia. «Abbiamo approfondito un altro aspetto dei rapporti tra calcio e criminalità organizzata: mentre l’inchiesta Alto Piemonte riguarda vicende legate al fenomeno del bagarinaggio – ha spiegato il coordinatore del comitato Marco Di Lello (Pd) – qui c’è un sistema di scommesse che riguarda la società del Calcio Catania, con partite truccate sia del campionato dei dilettanti che di quello dei professionisti. Si tratta di un altro aspetto meritevole di approfondimento».
«Il quadro è molto diffuso e preoccupante, con fenomeni estorsivi anche a danno dei calciatori e con tifoserie legate al criminalità organizzata», ha affermato il parlamentare Di Lello. Al termine dell’audizione è intervenuto anche il co-presidente del comitato Angelo Attaguile (Lega), peraltro ex presidente del Calcio Catania: «C’è stato un provvedimento della giustizia sportiva che ha causato al Catania delle penalizzazioni, ma mi chiedo: come mai si provvede solo nei confronti di una squadra e non anche nei confronti delle altre? Ci sono, infatti, anche nomi di altri giocatori per i quali la giustizia sportiva non è intervenuta. Insomma – conclude Attaguile – non mancano i punti oscuri». Il prossimo 23 febbraio il Comitato riceverà in audizione il procuratore della Fgic Giuseppe Pecoraro.
Com’è noto, l’inchiesta riguarda cinque partite del campionato di serie B 2014/2015 intorno alle quali sarebbero state organizzate combine per evitare al Catania la retrocessione. Le accuse sono frode in competizioni sportive, atti fraudolenti e truffa. Al centro dell’indagine ci sono il proprietario ed ex presidente della squadra Nino Pulvirenti, l’amministratore delegato Pablo Cosentino, l’ex direttore sportivo Daniele Delli Carri e Giovanni Luca Impellizzeri (titolare di agenzie di scommesse sportive), Piero Di Luzio, Fabrizio Milozzi (pregiudicato) e il procuratore sportivo e agente Fifa Fernando Antonio Arbotti. Ma in totale le persone coinvolte sono 19. Tra questi molti giocatori. Le partite incriminate sono: Varese-Catania (del 2 aprile, terminata 3 a 0), Catania-Trapani (dell’11 aprile e finita 4 a 1), Latina-Catania (del 19 aprile e finita 1 a 2), Catania-Ternana (del 24 aprile con il risultato di 2 a 0) e Catania-Livorno (del 2 maggio pareggiata per 1 a 1). Sotto indagine anche Catania-Avellino del 29 marzo finita 1 a 0.
Lo scorso settembre il gup Francesca Cercone ha rinviato a giudizio Nino Pulvirenti, Pablo Cosentino, Fernando Arbotti, Piero Di Luzio, Giovanni Impellizzeri, Gianluca Delli Carri e Fabrizio Milozzi.