I rosanero, ultimi in classifica, dopo la buona prova offerta a Firenze hanno steccato il match con il Chievo rimediando la nona sconfitta consecutiva, l'ottava di fila tra le mura amiche. Numeri da retrocessione. Sciupato il patrimonio di entusiasmo alimentato da un grande pubblico
Il Palermo va a passo di gambero Strada verso la salvezza in salita
Poco prima del turno pre-natalizio e con un intero girone da giocare non si possono tracciare bilanci o trarre delle conclusioni. Matematicamente, la salvezza è ancora alla portata del Palermo (il distacco dal quartultimo posto è di cinque punti) ma, analizzando la gara di ieri contro il Chievo, solo un inguaribile ottimista può credere realmente che i rosanero abbiano i mezzi per potere centrare il traguardo. La situazione non è ancora disperata, ma la strada che conduce alla salvezza è decisamente in salita. La prestazione fornita contro la Fiorentina (soprattutto nel secondo tempo) si è rivelata una illusione. Corini sembrava avere dato ai giocatori una scossa e determinati input sul piano motivazionale e invece il match casalingo di ieri con il Chievo ha dato ragione agli scettici mostrando il peggiore profilo del Palermo. Una formazione contratta, mentalmente debole, bloccata costantemente dalla paura di sbagliare. Serve un miracolo per invertire il trend e trovare la luce in fondo a questo interminabile tunnel.
Una squadra accompagnata da numeri da incubo (ultimo posto in classifica, nove sconfitte consecutive e otto di fila tra le mura amiche), senza idee e con pochissime soluzioni offensive è destinata a soccombere. E il rammarico aumenta se si pensa al clima di entusiasmo che ha circondato la sfida di ieri contro i clivensi in concomitanza con l’esordio casalingo del tecnico Corini. Dal punto di vista ambientale c’erano le condizioni per cambiare la direzione del vento e creare le premesse per una potenziale svolta nel percorso stagionale. Invece i rosanero hanno rovinato tutto offrendo una prova scadente, caratterizzata da un atteggiamento sbagliato e da grossolani errori individuali come quello di Goldaniga in occasione del 2-0 realizzato da Pellissier. Preoccupa, in particolare, la pochezza di questo Palermo, l’assenza di giocatori in grado di prendere iniziative o di spostare dalla propria parte l’inerzia psicologica delle gare. Pollice in basso per tutti i membri della famiglia rosanero. Le responsabilità vanno divise tra giocatori e tecnico, coinvolto nel flop contro la formazione di Maran (regolarmente in panchina, ieri, nonostante la morte della madre) in relazione alla lettura della gara (Corini ha cambiato modulo troppe volte nell’arco dei 90 minuti) e ad alcune scelte discutibili (perché fare entrare solo a dieci minuti dalla fine un giocatore come Diamanti che ha le qualità per potere inventare qualcosa di importante?).
Si salva solo il pubblico, l’unico vincitore sul fronte rosanero in una giornata da dimenticare. I tifosi, accorsi ieri in massa per stare vicino alla squadra (erano più di 20 mila), vanno elogiati per la maturità e la civiltà con cui stanno affrontando questo momento molto delicato. La splendida coreografia della Curva Nord Superiore prima del fischio di inizio e gli applausi a Pellissier, autore ieri del centesimo gol in A con la maglia del Chievo, danno ulteriore lustro alla sportività e allo spessore del popolo rosanero che – Zamparini si faccia un esame di coscienza – meriterebbe uno spettacolo diverso da quello a cui ha assistito finora in questo mortificante girone di andata.