Il neo-allenatore del Palermo ha un legame affettivo molto forte con la città e con la squadra di cui è stato capitano. Ripetere i risultati ottenuti sulla panchina del Chievo sarebbe un grande successo per il tecnico lombardo animato da grandi motivazioni dopo le esperienze iniziali in chiaroscuro
Torna un simbolo dei tempi d’oro Corini, il ritratto di un’icona rosanero
Le lacrime con le quali si congedò da Palermo nel corso di una conferenza stampa tenutasi in un noto albergo cittadino l’8 giugno 2007 rispecchiano il forte legame instaurato con il capoluogo siciliano. Il neo-allenatore del Palermo, Eugenio Corini, centrocampista dal 2003 al 2007 (una stagione in B e tre in serie A) della formazione rosanero di cui è stato anche capitano, torna nella città in cui ha lasciato il cuore e in cui ha vissuto emozioni uniche. Palermo, che da oggi scoprirà sotto un’altra veste, rappresenta una tappa fondamentale nel percorso professionale del quarantaseienne tecnico lombardo, testimone oculare e protagonista delle pagine più belle scritte dai rosa nell’era Zamparini. Capitoli prestigiosi di un libro impreziosito da traguardi storici come la promozione in serie A dopo 31 anni di purgatorio nelle categorie inferiori e la qualificazione in Coppa Uefa.
Il club di viale del Fante ha acquisito nel passato più o meno recente un nuovo status e Corini, grazie alla sua leadership e al suo contributo sul terreno di gioco (137 partite ufficiali condite da 27 gol), ha lasciato il segno aiutando i rosanero a raggiungere una dimensione prima sconosciuta. Club di provincia è un’etichetta ormai superata. Il Palermo di Corini – era il periodo in cui Zamparini investiva sulla squadra senza badare a spese – ha spiccato il volo verso l’alto e ha prenotato un posto nell’élite del calcio nazionale. La missione del «Genio», circa dieci anni dopo, è quella di conservare questo patrimonio e raggiungere la salvezza. Un traguardo che darebbe lustro ad un curriculum, quello di allenatore, ancora in via di definizione e da consolidare con esperienze di un certo livello. Reduce da una pausa di riflessione in attesa di una nuova possibilità e di un progetto in linea con le proprie ambizioni, Corini vorrà ripetere sulla panchina del Palermo i risultati ottenuti alla guida del Chievo, società nella quale si era distinto in qualità di giocatore nel quinquennio 1998-2003 e che nel recente passato in serie A ha condotto alla salvezza in due circostanze: nel campionato 2012/13 e nella stagione successiva in qualità di subentrato (al posto di Sannino) non avendo esercitato nel maggio 2013 l’opzione per il rinnovo del contratto.
La nuova separazione con i clivensi risale all’ottobre 2014 in occasione del suo esonero maturato dopo la sconfitta in casa della Roma. Corini, che ripartirà proprio da quell’esperienza, ha voglia di riscatto. Motivazioni e fame di successi saranno le linee guida del suo percorso. Le molle che spingeranno un allenatore intenzionato a stupire e a dare slancio alla sua nuova parabola, valorizzata dall’esperienza positiva al Chievo ma iniziata senza particolari acuti con i mezzi flop tra i cadetti a Portogruaro e Crotone e l’ottavo posto in Prima divisione Lega Pro sulla panchina del Frosinone.