Dopo la città di Camilleri, a dichiarare il dissesto finanziario è stato ieri sera il Comune guidato dalla sindaca Anna Alba. Che spiega i motivi che l'hanno condotta a questa scelta. Per i cittadini, comunque, non dovrebbe cambiare nulla: «Le tasse erano già al massimo», le fa eco l'altra prima cittadina Ida Carmina
Porto Empedocle e Favara, i dissesti del M5s «Nessuna direttiva, governiamo tra macerie»
Dopo Porto Empedocle, Favara. Sono due i Comuni dell’Agrigentino che in poco più di un mese hanno dichiarato il dissesto finanziario. Ma al di là del riferimento geografico, ad accomunare i due centri è la linea politica delle rispettive amministrazioni comunali. In entrambi, infatti, a governare è il Movimento 5 stelle, con Ida Carmina nella città di Camilleri e Anna Alba a Favara. Si tratta della metà delle conquiste dei pentastellati alle elezioni amministrative della scorsa primavera, quando il partito di Beppe Grillo ha trionfato anche ad Alcamo e a Grammichele, nel Catanese.
A Favara, la decisione di ufficializzare il dissesto è arrivata ieri sera, durante una seduta d’urgenza del consiglio comunale, con la maggioranza che ha approvato la dichiarazione senza particolari intoppi. All’indomani della notizia, che tuttavia già da mesi era nell’aria, a commentare la scelta è la prima cittadina. «Legami con Porto Empedocle? Nessuno, se non il fatto che quando ad amministrare è il Movimento 5 stelle si lavora con responsabilità, specialmente perché ci si ritrova con Comuni al collasso – dichiara Alba a MeridioNews -. Non esiste di certo una direttiva che dall’alto ci dice di cercare il dissesto».
La sindaca parla poi dei motivi che hanno convinto l’amministrazione a percorrere questa via. «Dopo cinque mesi possiamo dire di aver ereditato una situazione complicata, con una passata amministrazione incapace di rimettere i conti in ordine – continua -. Chi ci ha preceduto aveva deliberato un piano di riequilibrio inadeguato per le condizioni del Comune, basti pensare che in sei mesi si sono accumulati oltre due milioni di euro di disavanzo. Che vanno ad aggiungersi agli oltre 30 di debiti». La prima cittadina assicura che il dissesto non comporterà conseguenze per i cittadini. «Le tasse non aumenteranno perché erano già al massimo – aggiunge -. Anzi, mentre con il piano di riequilibrio le aliquote erano previste per dieci anni, con il dissesto la procedura dovrebbe concludersi in cinque».
Ad Alba replica il consigliere di opposizione Salvatore Giudice. «Continuo a sostenere la mia posizione distante dal dissesto finanziario, che – dichiara – reputo fermamente una azione politica sostenuta dai cinquestelle. Il sindaco definisce vile chi non vota il dissesto. Io penso che vile sia chi avalla il fallimento della propria città».
A meno di quindici chilometri, chi si trova anche peggio è Carmina, la sindaca di Porto Empedocle, dove il dissesto è stato dichiarato a ottobre. «A Favara hanno potuto godere di un anticipo di cassa, noi nemmeno quello – spiega -. Qui abbiamo trovato l’incredibile. L’ente è stato condotto in maniera dissennata nonostante negli anni precedenti si godeva delle royalties. Ma d’altronde – attacca Carmina – c’è stato chi per motivi elettorali non ha fatto pagare la tassa dei rifiuti per un anno e mezzo». Il riferimento è a Lillo Firretto, l’attuale sindaco di Agrigento, precedentemente a guida del piccolo centro in provincia. «Alcuni locali commerciali si sono ritrovati bollette della Tari da 15mila euro. E il dramma sta qui: il Comune non ha soldi, e i cittadini, che si ritrovano con sempre meno servizi, non accettano di pagare tasse pregresse», conclude.