Taormina, villaggio Le Rocce affidato a Presti Diventerà un museo-albergo con fondi privati

Da simbolo di degrado e abbandono il villaggio Le Rocce di Taormina potrà presto trasformarsi in un polo culturale circondato da un vero e proprio orto botanico. È questo il progetto della Fondazione Antonio Presti – Fiumara d’Arte che martedì ha ottenuto dalla città metropolitana di Messina il comodato d’uso dell’intero complesso immobiliare. Il villaggio era stato chiuso nel lontano 1972, nonostante la posizione strategica. In 40 anni la struttura è stata lentamente dimenticata tanto da far lievitare i prezzi per il suo recupero a circa dieci milioni di euro. Una cifra importante che l’ex Provincia, proprietaria dell’intera area, non è disposta a investire, anche a causa delle condizioni di pre-dissesto finanziario in cui si trova.

Palazzo dei Leoni ha dunque concesso il via libera al mecenate Antonio Presti, intenzionato a convertire il villaggio in una struttura dedita alla ricettività e all’attività museale. Gli interni verranno trasformati in stanze-albergo con il contributo di artisti di rilievo internazionale mentre l’ampio giardino esterno ospiterà un museo all’aperto e un orto botanico. L’accordo prevede, inoltre, interventi di salvaguardia e valorizzazione delle coste e dell’ambiente con l’utilizzo di materiali eco-sostenibili.

Un progetto importante che la Fondazione realizzerà a proprie spese. L’accordo è il primo atto di una sinergia che mira alla costituzione di una partnership tra pubblico e privato per rilanciare la struttura e valorizzare le opere artistiche che saranno realizzate al suo interno.

Si è così scritta la parola fine a un lungo iter iniziato nell’estate nel 2015. La Città Metropolitana aveva infatti avviato le procedure per rendere nuovamente fruibile il villaggio rivolgendosi ai privati con l’avvio di un project financing, scelta peraltro da sempre osteggiata dallo stesso Comune di Taormina. Tuttavia, lo scorso gennaio l’Ufficio regionale per l’espletamento di gare per l’appalto di lavori pubblici (Urega) aveva bloccato tutto dopo aver riscontrato una serie di anomalie di carattere amministrativo. 


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