Circa tre ore di tempo per parlare di aggressioni ai vigili urbani ed eventuali soluzioni, sistemazione del Porto, raccolta differenziata dei rifiuti e abbandono delle periferie. E sul primo punto da votare i politici si disperdono nei corridoi
Consiglio, seduta fiume sui problemi della città Al momento di votare l’aula viene abbandonata
Una lunga seduta terminata con i consiglieri comunali che abbandonano l’aula appena suona la campanella del voto. Il copione, ormai consueto, si ripropone pure in occasione del primo approdo nella sala consiliare di Palazzo degli elefanti del neoassessore al Bilancio Salvatore Parlato. Il professionista, accolto dal benvenuto dei politici, deve arrendersi alla mancanza del numero minimo dei presenti su atto presentato dalla sua direzione. A essere rinviata all’appuntamento di oggi è la votazione sulla proroga della convenzione tra il Comune di Catania e l’istituto musicale Vincenzo Bellini. «Sulla delibera manca il parere dei revisori contabili», dice Manlio Messina. «Non è necessario che ci sia ma è un suo diritto chiederlo», replica l’avvocata comunale Antonella Liotta. Di lì a poco la seduta viene prima sospesa e infine sciolta. Ad animarla è il momento delle comunicazioni, frazione partecipata dalla maggior parte dei presenti.
Aggressioni ai vigili urbani, sistemazione del nuovo ingresso del Porto, critiche al sistema di raccolta differenziata dei rifiuti e abbandono delle periferie. Sono questi gli argomenti che hanno acceso gli animi di alcuni tra consiglieri e componenti della giunta. «Negli anni e soprattutto di recente si susseguono le notizie di agenti aggrediti in servizio. Apprezzo la solidarietà mostrata dall’amministrazione ma chiedo alla stessa se non sarebbe il caso di fare lavorare i poliziotti locali in condizioni di maggiore sicurezza», dichiara Messina. Che parla di soldi, e domanda: «Che fine hanno fatto i cosiddetti fondi regionali di perequazione, somme che l’ente dovrebbe indirizzare al Corpo per migliorarne l’efficienza?». Sul tema – ripreso anche da Giuseppe Catalano e Sebastiano Anastasi – il consigliere Giuseppe Castiglione invia un’interrogazione scritta all’amministrazione. Dopo un lungo preambolo, risponde l’assessore competente Marco Consoli: «Domani ho un incontro con il comandante Pietro Belfiore».
Tema che, sviscerato da più parti, lascia spazio alla condizione di emarginazione delle periferie. Lo spunto è fornito dall’intervento di Niccolò Notarbartolo che chiede all’aula di tornare sul «dramma che sta vivendo la famiglia del 16enne morto in seguito a un incidente stradale mentre era in sella a una moto che non aveva l’età per guidare, in un quartiere socialmente e culturalmente difficile». «Sulle cronache di giornalisti coraggiosi abbiamo letto di serrate in occasione dei funerali poi ordinati dal questore in forma privata, di polizia e di cortei», continua. «In quell’occasione qualcosa è successo e mi preoccupa notare l’impotenza delle istituzioni. Quando abbiamo aperto lì il nuovo centro direzionale polifunzionale abbiamo detto che sarebbe stato un baluardo della nostra presenza. Ma l’amministrazione in quel quartiere dov’è? Come interviene sul disagio sociale?», conclude Notarbartolo.
«I quartieri sono dimenticati tutto l’anno da anni tranne per la parentesi delle campagne elettorali, quando destra e sinistra usufruiscono dello stato di bisogno di quella parte della città. Ci si dovrebbe ricordare di loro per eliminare proprio quel bisogno delle persone», prende la parola Tuccio Trangale. «Il consigliere Notarbartolo che, ad esempio, è nato a San Cristoforo, saprà che in quel quartiere non ci sono scuole, campi da calcio e chi parte da zero ha difficoltà a fare qualcosa di buono. Prima il problema era rappresentato da San Cristoforo e Librino, ora il dramma si sta espandendo. Io sono nato in un quartiere dico che bisogna dare un futuro ai bambini», conclude. Replica piccata dell’assessore Rosario D’Agata: «Abbiamo fatto tante cose, siamo intervenuti in almeno cinque campetti sportivi ma evidentemente dobbiamo fare di più».
È sempre lui a rispondere all’attacco «di ombre tra i dipendenti della direzione Ecologia», formulata da Sebastiano Arcidiacono. «Per un consigliere comunale è impossibile ottenere una risposta nei tempi previsti per una richiesta di accesso agli atti, nel caso specifico sui dati aggiornati a settembre della raccolta differenziata. Se ormai l’amministrazione risponde nelle sedi dei tribunali e della magistratura, vorrà dire che anche i consiglieri dovranno farlo da ora in poi. È vergognoso che dipendenti comunali facciano certe porcherie». «Mi informerò personalmente», chiude l’assessore alla Trasparenza D’Agata.