In occasione dell’ultimo raduno grillino, a settembre, aveva inviato un videomessaggio nel quale aveva interpretato un articolo della giornalista del Fatto contro l'Italicum, «riformina che sconvolge Costituzione»
Addio a Dario Fo, Premio Nobel per la letteratura A Palermo una delle ultime apparizioni per il M5s
Dario Fo, attore e drammaturgo, premio Nobel per la letteratura nel 1997, se n’è andato all’età di 90 anni a Milano. Era ricoverato da una quindicina di giorni all’ospedale Sacco ed è morto in seguito a complicazioni polmonari. Nella sua vita è stato anche regista, e scrittore e dal 2013 ha deciso di sostenere il Movimento 5 stelle e il progetto dell’amico Beppe Grillo. E proprio in occasione del raduno grillino a Palermo, il 24 e 25 settembre, in una delle sue ultime apparizioni pubbliche, aveva inviato un video-messaggio proiettato dal palco durante la manifestazione in cui aveva interpretato un articolo della giornalista del Fatto Quotidiano Silvia Truzzi Italicum, un governo da operetta. Un attacco duro ma, allo stesso tempo, caratterizzato da profonda ironia, un tratto da sempre distintivo del grande artista. E così per Fo la «riformina» della legge elettorale si trasforma in «una catastrofe che stravolge la Carta costituzionale».
Un legge voluta fortemente dal Governo Renzi a cui il premio Nobel non ha risparmiato sberleffi e frecciatine: «Diciamo la verità, i nostri governanti sono dei bugiardi patentati. Oggi propongono programmi e soluzioni che il giorno dopo sfacciatamente smentiscono. Tanto per cominciare si assicurano che l’Italicum non fa primavera. Ci dicono all’improvviso che se ne può riparlare, anche perché nulla al mondo è definitivo. L’Italicum viene alla luce perché la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale il precedente sistema elettorale, il Porcellum. In questo clima ci siamo pappati per tre legislature un Parlamento di nominati. Tutto ciò altera i principi di rappresentanza di libertà del voto traducendosi in atto illegale». Quindi un attacco all’ex presidente della Repubblica: «Napolitano sei ancora con il bastone in mano che sbatti qua e là – ha concluso – per favore stattene là».