Gate 21 ospita unesposizione di videoartisti stranieri: John Back, Mat Collishaw, Carsten Holler, Santiago Sierra, Mark Wallinger. Un viaggio nel tempo che Step1 ha video-percorso insieme a un giovane studente di Belle Arti- Arte y video, video arte
Quattro passi nellarte
La stanza bianca, sede del Gate 21, appare in questi giorni colorata dai raggi di luce che emettono gli apparecchi televisivi installati per l’occasione. La video arte riempie il vuoto della sala che, alle sei del pomeriggio, orario di apertura dell’esposizione, non è stata ancora occupata dal pubblico. Passano pochi minuti e al movimento delle immagini si accompagna quello reale delle persone che, attente, stanno di fronte ai video, lasciandosi suggestionare e attrarre dalle loro storie.
«Nell’arte non si può parlare di gusto, ma di suggestione», afferma una studentessa dell’Accademia delle Belle Arti.
Presente all’esposizione un piccolo gruppo di studenti universitari dell’Accademia che, dopo la visita, si è lasciato andare a un accesso dibattito sulla qualità e il significato delle opere. Step1 ha fatto un giro per l’esposizione insieme a uno di loro.
Comunicare, suggestionare ed emozionare deve essere, secondo questi giovani studenti, l’obiettivo della video arte; l’arte dove si fondono il movimento, l’immagine e il suono.
«Il video che più mi ha colpito è stato il ‘Gesù Cristo sulla croce’ di Collishaw. Siamo abituati a vedere questo momento, ma senza movimento. Vedere la persona che si contorce per il dolore mi ha trasmesso perfettamente la sofferenza», ci dice una delle studentesse. «Per me il migliore è quello di John Back. Quello dell’uomo che diventa pazzo dopo aver guardato dentro se stesso», aggiunge un’altra.
Il giudizio appare chiaro. I due video citati raccolgono i maggiori consensi, mentre la proiezione di Carsten Holler sembra quella meno apprezzata dai giovani studenti.