A breve verranno depositati i primi risultati dell'incidente probatorio relativi all'edificio 2 della Cittadella Universitaria. Le analisi sembrerebbero escludere l'ipotesi di un attuale rischio per la salute, almeno per alcune aree della struttura. Il legale dell'Università annuncia: «chiederemo la parziale riapertura»
Farmacia, l’Ateneo chiede il dissequestro
“L’Università di Catania chiederà la parziale riutilizzazione dell’edificio 2, escludendo ovviamente le parti in cui si devono ancora effettuare dei rilevamenti”, è questa l’ultima novità sul caso Farmacia, riferita a Step1 dall’avvocato Guido Ziccone, legale dell’Ateneo di Catania.
La notizia arriva a seguito dei primi risultati delle analisi ambientali, condotte dai periti. Si tratta degli esiti dell’incidente probatorio, analisi uniche e irripetibili che sono state effettuate nell’edificio 2 della Cittadella Universitaria il 16 gennaio e che verranno depositati nei prossimi giorni.
“Mancano ancora dei rilevamenti da fare, come quelli del sottosuolo e delle falde acquifere, con i relativi carotaggi, ma evidentemente da questi primi risultati si evince che non c’è rischio per la salute in alcune parti dell’edificio, a cui le analisi ambientali si riferiscono”, spiega il professore Giuseppe Siracusa, ordinario alla facoltà di Ingegneria, uno dei periti dell’Università.
“Sono ancora in attesa di conoscere i dati”, le parole dell’avvocato Santi Terranova, legale di alcune famiglie delle presunte vittime, che non appare convinto di questi primi risultati.
All’esito finale delle analisi condotte dai periti del Tribunale e delle parti in causa, iniziate il 12 febbraio, si dovrà arrivare entro il limite di 120 giorni. La scadenza fissata sarebbe quindi intorno alla metà di maggio, termine a cui lo stesso Terranova crede poco, trattandosi di analisi lunghe e complesse da effettuare. Per il 5 ottobre, invece, è prevista la prima udienza.
L’avvocato Ziccone comunica inoltre che i dati di oggi, sui risultati delle indagini ambientali, verranno trasmessi nei prossimi giorni. Sarà allora possibile per l’Ateneo motivare le ragioni per cui intende chiedere il riutilizzo di parte dell’edificio sequestrato il novembre scorso.