Movida, il fermento che non c’è più

(Siska) Okay, okay… sei stato bravo a cercare di rassettare un caotico mondo di viandanti notturni in ben determinati gruppi (gente come me si incavola seriamente quando questo accade), ma le eccezioni mio caro sono troppe, pure per confermare la regola.

Catania ha cessato di essere una comunità, ed è veramente una coincidenza: da quando il nostro caro primo cittadino Sciampagnino si è insediato, il centro non é quello di una volta (si rischia di incontrare vigili ad ogni ombroso angolo – specie in estate – e si rischia di avere questioni con la polizia soventemente)… e questo toglie molta vivacità… credimi.

Mi ricordo i bei tempi delle feste africane all’ostello, dove nei lunedì desertici catanesi, in un remoto angolo della pescheria, demonizzato per anni, un nuovo luogo nasceva sotto la stella dell’accoglienza internazionale, lì si mescolavano tutte quelle categorie che tu hai magistralmente enunciato e chi diceva di non esserci (o di non volerci essere) mai stato…boom te lo ritrovavi lì: fighetto, radical chic,  punkabbestia, chiunque, tutti insieme felici, come il ritratto di una Catania che si mescolava e si diluiva.

Poi lunedì è divenuto motivo di competizione e trovavi di tutto in giro… concerti al Nievski… after alla Chiave… Clone Zone… bla bla.

Il venerdì conteso tra i Mercati e il Taxi…e poi arrivò lo Zo e tutte le associazzioni culturali alternative e contemporane e giù di lì un fiume di nuovi locali che disorientano tutti e chiunque, molti sorti anche per la domanda “continua” delle nuove rampanti flotte stuentesche vedi tutto quel bel giro del “Ma..Soha…bla bla bla”.

La bella Villa Romeo soppiantata dal Red and Blue e tutti i nuovi locali gay.

E potrei stare qui ad elencarti anche come si è sparsa la moda del “peritivo” come lo chiamiamo noi di via Plebiscito. Ma il tuo articolo parla di altro, una specie di atlante-vademecum sui posti più frequentati e da chi.

Ma credimi, c’è ben altro in giro che sfugge alla tua satistica e sono i posti che frequentano gente come me, lontani dagli occhi indiscreti di coloro che cercano ghiotte statistiche da propinare alla gente e risolcare lo stesso e medesimo percorso, ma che ne pensi invece di lanciare qualche denuncia alla mediocrità e di proporti come ricercatore di luoghi alternativi dove tutti potrebbero beneficiare di una serata diversa, magari invece del “purparlè”… all’insegna della cultura?

Catania, barocca per come è si è sempre vantata di essere alla vetta delle classifiche di città più cool del sud e se prima poteva adessso invece è entratain letargo..in una specie di anni ottanta dove in giro non c’e’ nulla di buono, “troppa fudda e maluvessu” forse passarsi un pomeriggio nelle putie di via della concordia sarebbe veramente edificante… hai messo anche questo nella tua statistica?

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Leggi l’articolo di Carmelo Greco “A ciascuno il suo (locale)”


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