Per Giovanni, fratello di Daniele, il cooperante ucciso durante un raid statunitense tra Pakistan e Afghanistan, il fatto che la somma non sia stata corrisposta a titolo di risarcimento è una beffa. «Vogliamo sapere cosa è successo»
Lo Porto, dagli Usa donazione alla famiglia Un milione e 200mila euro: «Insoddisfatti»
«Ci è stata offerta una cifra di un milione e duecentomila dollari. A luglio i nostri legali hanno incontrato a Roma un rappresentante del governo statunitense che ci ha proposto questa somma, che abbiamo accettato. Obama ha mantenuto l’impegno assunto pubblicamente quando è stata resa nota la notizia della morte di mio fratello». Lo dice Daniele Lo Porto, fratello di Giovanni il cooperante rimasto ucciso nel gennaio 2015 in un raid statunitense al confine tra il Pakistan e l’ Afghanistan, confermando la notizia dell’assegnazione della cifra, pubblicata dal quotidiano La Repubblica che aveva annunciato.
La famiglia del cooperante ucciso, che vive a Palermo nel popoloso quartiere di Brancaccio, esprime comunque la propria amarezza: «Oltre il danno anche la beffa, ci è stata proposta una donazione, non un risarcimento. E su quella somma abbiamo pagato pure le tasse allo Stato italiano», puntualizza Daniele Lo Porto, aggiungendo che la famiglia continua a chiedere verità sulla vicenda. «Vogliamo sapere – sottolinea – cosa è successo».