Pubblichiamo la lettera aperta di una dei 63 studenti assegnatari di un posto letto nella nuova residenza universitaria di Piazza Dante e che attendono, da novembre scorso, di dire addio alla difficile (e costosa) vita da pendolare
Lo strano caso dei senzalloggiopiazzadante
Mi presento, cari lettori. Sono una “senzalloggiopiazzadante”. Faccio parte di una nuova specie di studenti universitari.
Mi spiego meglio: i “senzalloggiopiazzadante” sono quegli studenti che, dopo aver vinto un posto letto nella Residenza Universitaria Piazza Dante, si vedono negato questo diritto da novembre. Da allora io e altri 60 studenti circa aspettiamo che aprano le porte di questo stabile, con le valigie in mano, per dire addio – almeno per un anno accademico – alla vita da pendolari.
Il “pendolar”, un’altra specie a molti sconosciuta, si può riconoscere dagli occhi sbarrati perché si è alzato alle 5 per essere a lezione alle 8 (e magari ci deve rimanere fino alle 8 di sera). Potete riconoscerlo anche dalle parole che spesso farfuglia come : trenocazzoloperdo, buspassachenonciarrivo, lhopersomerd…
I”pendolaris”si dividono in: pendolaris di primo tipo (o fuori sede classico): sono più fortunati perché i genitori pagano il posto letto per semplificare la vita al figlio e sono tutti felici. Pendolaris di secondo tipo che sono costretti ad avere il posto letto perché vengono da paesi lontani, i genitori non possono permetterselo ma fanno i dovuti sacrifici perché anche il loro pargolo possa studiare. Infine ci sono i pendolaris di terzo tipo (di cui faccio parte anche io) che non possono permettersi il posto letto e siccome non vengono proprio da un paese lontanissimo – in fin dei conti devono solo percorrere circa 50 km all’andata e 50 km al ritorno al giorno (ma si può arrivare anche ai 70-100 km per tratta, insomma fin dove la forza e la volontà di uno studente possono arrivare) – decidono di fare enormi sacrifici pur di andare a lezione.
Queste poche e insufficienti parole solo per spiegarvi l’importanza di un posto letto soprattutto per i pendolaris di secondo e terzo tipo . Fortunatamente per loro c’è l’Ersu, l’ente regionale per il diritto allo studio, che ogni anno, per i più meritevoli, mette a disposizione non solo una borsa di studio, ma anche un posto letto. Purtroppo però a circa 60 studenti, meritevoli come gli altri e che come gli altri hanno sudato molto perché venisse riconosciuto loro questo diritto, questo diritto allo studio viene negato da novembre.
Sono indignata per la maniera in cui ci stanno trattando, sono indignata per le risposte vaghe e imprecise che ci propinano da novembre e poi gennaio, febbraio e… Siamo già a marzo e ancora non ci fanno sapere nulla. Noi continuiamo ad aspettare qualcosa che continuano a negarci.
Perché siamo stati penalizzati in questo modo? Perché l’Ersu ci lascia ad aspettare senza rispondere chiaramente a nessuna domanda? Perché non ci danno quello che ci spetta (anche se ormai servirebbe a ben poco ma sarebbe sempre qualcosa 2 mesi su 7 di posto letto…)?
Perché i responsabili non risolvono questa situazione ormai andata per le lunghe?Cosa ha intenzione di fare l’Ersu con quelle persone che avevano fatto affidamento sul posto letto garantitogli dall’Ersu e invece sono andati incontro a spese non previste? Non ci sarebbe bisogno di un risarcimento, viste le spese che hanno dovuto affrontare coloro che avevano fatto affidamento sul posto letto garantitogli dall’Ersu?
Non è per essere pignoli ma i diritti non si calpestano così.
Maria Donata Iannino