Non si tratta di una vincita miliardaria, ma del numero di riunioni che si sono tenute dalle elezioni a oggi. Troppo poche, decisamente. Se ne è parlato lunedì sera in un incontro a Cittainsieme
Comune, il Consiglio ha fatto tredici
“Una Catania che si è stancata di confrontarsi, una città che si è chiusa in se stessa e che ha smesso di amarsi”. Queste sono le parole con cui il consigliere Nello Musumeci ha iniziato il suo intervento all’incontro tenuto lunedì sera presso l’associazione Cittàinsieme, sul tema del degrado, non solo economico ma soprattutto politico, in cui versa la città. Un tema riassunto in alcune precise domande: “Perché il Consiglio comunale dorme mentre Catania è allo sbando? Perché il Consiglio comunale si riunisce solo una volta al mese? Di chi è la colpa?”.
Con l’aiuto del moderatore Fabio Viola i tre ospiti, Nello Musumeci, consigliere comunale de “La destra”, Saro d’Agata, consigliere del PD, e Gaetano Riva, assessore ai rapporti col consiglio comunale, hanno intrapreso un acceso dibattito sui fatti messi in risalto dagli stessi giovani di Cittainiseme.
Da atti ufficiali risulta che il consiglio comunale di Catania, dal suo insediamento nell’agosto 2008 a oggi, si è riunito solo 13 volte, senza peraltro produrre alcun atto “degno di questo nome”, come dice l’avvocato D’Agata. Lo stesso D’Agata ha fatto un confronto con il periodo della passata amministrazione, in cui il consiglio comunale, tra il settembre e il dicembre 2007, si era riunito 12 volte al mese. Perchè succede questo? Per l’esponente del PD si tratta di una mancanza di atti, o di proposte di atti, da porre sotto l’attenzione del consiglio comunale, che ha solo la funzione di controllo. Un’altra questione denunciata D’Agata è l’enorme ritardo dell’amministrazione su alcuni temi fondamentali come il gravissimo debito pubblico per il quale, dice l’avvocato, si aspetta solo “l’incerta manna di Berlusconi”.
Altro problema denunciato nella riunione è stato l’oscuramento mediatico sulle vicende comunali. Musumeci parla di “una chiara negazione del diritto alla comunicazione pubblica” e di “una perdita di trasparenza inaudita”, denunciando i malesseri di una giunta formata da una maggioranza “elefantesca”, frutto di un sistema elettorale inadeguato, e con un sindaco “non eletto ma proclamato”. E a risolvere il problema, secondo i partecipanti, non basta la presenza del sindaco una volta a settimana in una trasmissione televisiva.
A sostenere il difficile ruolo del cireneo, cercando di rispondere alle critiche rivolte ai consiglieri, è stato l’assessore Gaetano Riva. L’assessore, su una prudente difensiva, ha sottolineato la consegna di un atto importante, il bilancio preventivo del 2009, avvenuta già nel dicembre 2008. Ha parlato anche del catasto di tutti gli immobili del comune. Molti dei presenti hanno accusato l’amministrazione di nascondersi dietro questi atti per mascherare quello che Musumeci ha definito un “disastroso bilancio”. Tra i problemi segnalati durante l’assemblea, la situazione di molte scuole, la politica giovanile, i rapporti con l’università, una politica del turismo a oggi quasi inesistente, la situazione economica di molte aziende municipalizzate. I cittadini presenti all’incontro, al termine dell’assemblea, sono stati invitati dai consiglieri d’opposizione d’Agata e Musumeci a ricordarsi del loro ruolo: quello di cittadini della nona città italiana, dai quali soltanto può partire la “ricostruzione” di Catania.