L'1-1 ottenuto al Meazza è utile soprattutto dal punto di vista psicologico. La compagine di Ballardini con maggiore malizia avrebbe potuto conquistare l'intera posta in palio, ma ha saputo tenere testa ad una squadra che, pur essendo ancora in rodaggio, resta una big del campionato
Palermo, esame superato a San Siro Contro l’Inter un punto che dà fiducia
Il bicchiere è da considerare mezzo pieno o mezzo vuoto? Come va inquadrato l’1-1 ottenuto dal Palermo a San Siro contro l’Inter? Uscire dal Meazza con un risultato positivo è sempre una nota da segnare nel registro con il segno «più» ma il risultato in questo caso lascia ai rosanero un po’ di rammarico. Un retrogusto dolce-amaro dettato dal fatto che la compagine di Ballardini era in vantaggio (Rispoli, a segno per la prima volta in A, ha sbloccato il punteggio nelle battute iniziali del secondo tempo con una conclusione di sinistro deviata da Santon) e dalla consapevolezza che, con maggiore attenzione, avrebbe potuto conquistare l’intera posta in palio.
E’ il prezzo che deve pagare una formazione imbottita di giovani anche se – va detto – in occasione del gol dei nerazzurri al 72′ c’è la complicità di giocatori navigati come Vitiello e Andelkovic. Una squadra con maggiore esperienza e più «sfacciata» – come ha suggerito Ballardini alla vigilia – molto probabilmente avrebbe trovato gli strumenti per fare bottino pieno e invece il Palermo, in attesa di rinforzi di un certo livello (Diamanti e forse Balotelli), è ancora «prigioniero» dei propri errori e di ingenuità spesso fatali: il subentrato Candreva, che ha messo in difficoltà la linea difensiva degli ospiti, ha crossato con troppa libertà dall’out destro e Icardi, autore dell’1-1, ha colpito il pallone di testa in area senza alcun disturbo da parte dei difensori. Qualche sbavatura, in ogni caso, non solo rientra nel processo di crescita di un gruppo con ampi margini di miglioramento ma, nel caso specifico, non cancella i meriti di un Palermo che ha saputo contenere una big del campionato, intenzionata davanti ai vertici del gruppo Suning presenti in tribuna a riscattare la sconfitta rimediata al Bentegodi contro il Chievo. Al Palermo vanno fatti i complimenti per avere dato del filo da torcere all’Inter. Una big ancora in rodaggio e alla ricerca della giusta sintonia con il nuovo allenatore De Boer ma con una struttura tecnica non paragonabile a quella dei rosanero.
Gli uomini di Ballardini non sono riusciti a sfatare il tabù San Siro sponda nerazzurra (il Palermo non ha mai vinto a Milano contro l’Inter in gare di campionato) ma tornano a casa con sensazioni positive. La squadra, schierata con il 3-5-1-1, ha giocato con idee chiare mostrando anche una certa compattezza e ha saputo soffrire nei momenti di difficoltà, in particolare nel quarto d’ora finale del primo tempo durante il quale i padroni di casa hanno creato diverse occasioni da gol (Medel il più pericoloso) pur non incantando sul piano della manovra. L’esame è superato. Una discreta organizzazione di gioco e i segnali incoraggianti lanciati da qualche individualità (da sottolineare la prova di Chochev, rimasto in panchina contro il Sassuolo, e la personalità di Sallai, entrato nella ripresa al posto di un acciaccato Quaison) rappresentano una iniezione di fiducia in vista del prosieguo della stagione.