Il monumento risale al 1975 quando, dopo vent'anni di alterne vicende dall'assegnazione del lavoro a Carmelo Mendola, venne consegnato alla città. L'ultima sistemazione dell'opera, invece, è stata firmata dalla vecchia amministrazione. «Non conosciamo i tempi ma la restituiremo ai catanesi», dice l'assessore Luigi Bosco
P.zza Verga, la fontana dei Malavoglia in abbandono «Presto sarà pronto un progetto di riqualificazione»
«Torna a zampillare la fontana che sorge al centro di piazza Verga». L’annuncio che si trova sul sito del Comune di Catania porta la data del 23 dicembre 2008, ovvero l’ultima volta in cui l’amministrazione – allora guidata dall’ex sindaco Raffaele Stancanelli – stanzia un finanziamento di circa 25mila euro per rimettere in funzione le fontane monumentali del capoluogo, tra le quali spicca la struttura dedicata ai Malavoglia di Giovanni Verga. A distanza di otto anni il complesso artistico firmato dallo scultore etneo Carmelo Mendola è a secco, usurato dal tempo e senza illuminazione. Uno stato di abbandono che però potrebbe essere giunto allo stadio finale poiché, come annunciato a MeridioNews dall’assessore comunale ai Lavori pubblici Luigi Bosco, sull’opera «vige un’idea di riqualificazione attualmente alla fase di definizione del progetto». Il piano di restituzione dell’opera d’arte ai catanesi è curato dagli uffici tecnici di Palazzo degli elefanti e trae impulso dal «rispetto preteso dagli eredi del maestro Mendola per la scultura partorita dalla mano dell’antenato», dichiara il componente della giunta.
La fontana dei Malavoglia è stata realizzata dall’artista etneo in seguito a un concorso bandito dalla Regione Siciliana che nel 1956 ha messo sul piatto circa 37 milioni di lire. Ad aggiudicarsi tra le polemiche il lavoro per quella che all’epoca si chiamava piazza delle Armi è stato lo scultore Mendola. Che ha consegnato l’opera quasi vent’anni dopo. Il complesso scolpito pesa sette tonnellate, è alto tre metri, lungo nove e largo cinque. Ben 47 getti d’acqua, illuminati da 80 riflettori, fanno della fontana un’opera unica nel suo genere. Ma sulla quale sono oggi evidenti i segni dell’invecchiamento: le sculture di lega bronzea sono ricoperte da una patina di calcare, gli impianti elettrici e idraulici non funzionano, la vasca superiore presenta alcuni fori e il fondo rischia il crollo. Gli interventi previsti dall’amministrazione comunale prevedono il restauro del gruppo scultoreo, il ripristino degli impianti e il consolidamento della struttura. Tutto «fedele al lavoro originale», precisa l’assessore Bosco. Che non fa ancora stime sui tempi previsti.
Dal punto di vista dell’illuminazione, il progetto di miglioramento della fontana dei Malavoglia intende utilizzare dei proiettori moderni a led, con la possibilità di cambiare il colore e l’intensità della luce, sfruttando i cavi dell’epoca. Per quanto riguarda l’impianto elettrico – attualmente integrato nella fontana – l’obiettivo è estrarlo dal complesso, creando un armadietto esterno (da abbellire in vario modo) per preservarne la durata nel tempo. Più complessa risulta la questione idraulica poiché le condutture sono in buona parte rovinate. In questo caso si prevede di ripulire le vecchie condotte e di integrarne magari altre. Mentre sulle sculture le azioni di riqualificazione vanno dalla pulizia al sollevamento delle stesse per posizionarle su un struttura d’acciaio, dalle ispezioni alla messa in sicurezza.
A sollevare la questione dell’abbandono della fontana che descrive il naufragio della Provvidenza raccontato da Verga sono stati pure i consiglieri comunali Mario Crocitti e Maria Ausilia Mastrandrea in occasione di una riunione della commissione ai Lavori pubblici. «Avevo appreso la volontà della St Microelectronics di adottare il complesso monumentale per riportarlo alla vita ma poi non se n’è fatto nulla», racconta Crocitti. Che conclude: «L’importante, comunque, è che la fontana venga rimessa in funzione». E il riferimento corre a un’altra fontana, quella dell’Amenano di piazza Duomo, che grazie alla collaborazione tra Palazzo degli elefanti e l’accademia di Belle arti etnea, è uscita dallo stato di degrado in cui versava fino allo scorso anno.