Il provvedimento del 2007 prevede che diventino aree protette anche Monti Iblei, Egadi e Pantelleria. In quest'ultima isola il processo è stato portato a termine solo dopo un grave incendio. Mentre nell'arcipelago messinese è tutto fermo per un ricorso al Tar. ll direttore della fondazione Unesco Sicilia: «Misura necessaria»
Le Eolie parco protetto? Da dieci anni progetto fermo Angelini: «Così si rischia di perdere marchio Unesco»
«Dopo Pantelleria è necessario accelerare il processo per l’istituzione degli altri parchi, a partire da quello delle Eolie, senza il quale l’arcipelago messinese rischia di perdere anche la qualifica di patrimonio Unesco (riconoscimento che è stato dato nel 2000)». Parola di Aurelio Angelini, direttore della Fondazione Unesco Sicilia. Da poco Pantelleria è diventata finalmente parco nazionale. Paradossalmente c’è voluto anche l’incendio doloso che a maggio ha dato un forte impulso per accelerare l’applicazione della legge, risalente al 2007, che istituisce il parco, salvaguardando il territorio incontaminato dalla mano degli speculatori. Adesso si punta all’istituzione di altre tre aree protette, già previste dallo stesso testo. Il provvedimento, rimasto nel cassetto per quasi dieci anni, prevede infatti la creazione del parco delle isole Eolie, delle Egadi e litorale trapanese, e dei Monti Iblei.
Un percorso non facile, come dimostra il caso di Pantelleria, primo tassello del processo di tutela delle bellezze naturali siciliane, anche «per l’ostracismo di alcune forze isolane che impediscono l’avvio della gestione del sito Unesco», denuncia Angelini. «Già in passato l’amministrazione di Lipari – prosegue – si è distinta per aver presentato un ricorso al Tar contro l’istituzione della riserva naturale dell’isola che, insieme alla redazione e l’avvio della gestione del sito, era tra le richieste formulate della commissione del Patrimonio mondiale Unesco, messe nero su bianco subito dopo la visita ispettiva nell’arcipelago del marzo 2007. Visita che si è conclusa proprio con la richiesta di istituire la riserva naturale, l’adozione e l’avvio del piano di gestione. Questi impegni sono stati assunti dalla Regione e dallo Stato italiano per scongiurare la cancellazione delle Eolie dall’Unesco».
A seguito del ricorso del Comune di Lipari, il Tar ha bloccato il processo di istituzione della riserva. L’autorità di gestione del sito Unesco, nonostante l’impegno dei sindaci di Salina, non è mai stata istituita, mentre il piano di gestione Unesco Isole Eolie rimane l’unico impegno rispettato, anche privo di efficacia operativa. Eppure il piano di gestione è stato in dichiarato «meritevole di menzione speciale» in occasione del Premio europeo del paesaggio del Consiglio d’Europa. «Le misure in esso contenute – si legge nella motivazione della menzione -, finalizzate a tutelare le qualità naturali, paesaggistiche e identitarie delle comunità locali, sono riuscite a contrastare operazioni speculative di consumo del suolo. Un riconoscimento dei valori contenuti e promossi dal Piano e un segno di incoraggiamento per una gestione corretta del territorio in termini di sviluppo».
«Non è più rinviabile l’istituzione della gestione del sito Unesco – conclude Angelini – e con esso, o prima di esso, l’istituzione del Parco per sanare anche il vulnus prodotto dal ricorso al Tar. Facciamo sì che ci sia una rapida istituzione del parco delle Eolie al ministro Galletti per il duplice ruolo che lo vede allo stesso tempo autorità competente per l’istituzione del parco e ministro di riferimento del patrimonio naturale dell’Unesco».