Alla base della decisione, che il dirigente romagnolo abrebbe già comunicato a Zamparini, ci sarebbero motivi di salute: «Mi ha detto di volere lasciare» - ha confermato il numero uno del club di viale del Fante. Iniziato in pratica lo scorso 10 luglio, il Foschi 2.0 si chiude senza squilli di tromba
Palermo, colpo di scena: si dimette Foschi Rosanero in cerca di un direttore sportivo
Fulmini a ciel sereno o clamorosi colpi di scena continuano ad essere una «normalità» in casa rosanero. Rino Foschi non è più il direttore sportivo del Palermo. Il dirigente romagnolo, tornato ufficialmente nei quadri del club di viale del Fante nelle scorse settimane e presentato a Gradisca d’Isonzo il 10 luglio, lascia improvvisamente l’incarico. Alla base della decisione, ancora non ufficiale, ci sarebbero soprattutto motivi personali: «Stiamo facendo delle valutazioni – ha spiegato a gds.it – il mio addio legato ad eventuali contrasti di mercato con il presidente? Assolutamente no, non sono al top e quindi non ho testa per lavorare al meglio per questa società». Il dirigente romagnolo ha già contattato Zamparini per comunicargli la sua decisione: «Mi ha detto di volere lasciare per questioni legate alla sua salute» – ha confermato a Repubblica.it il numero uno del club di viale del Fante.
Spiazzato dalla mossa del suo ds, il patron rosanero è dunque costretto a voltare pagina e a cercare subito un erede. Una figura che si occupi in particolare di mercato in un momento particolarmente delicato sia sul fronte societario che su quello tecnico alla luce dell’immobilismo in sede di campagna acquisti. In ogni caso, è durato poche settimane il secondo mandato rosanero di Foschi. Il ds più longevo dell’era Zamparini (nel suo curriculum spiccano la storica promozione in serie A nel 2004 e tre qualificazioni consecutive in Coppa Uefa) non ha avuto il tempo per incidere e ripercorrere le orme del suo primo ciclo. Tornato a Palermo in un periodo storico particolare, l’ex responsabile dell’area tecnica del Cesena (club con cui è rimasto a collaborare in qualità di consulente esterno) non ha avuto ampi margini di manovra. Il suo operato è stato condizionato da un budget limitato e da risorse notevolmente inferiori rispetto a quelle che hanno dato lustro alla sua prima esperienza (dal 2002 al 2008) alle dipendenze della società rosanero. Esperienza impreziosita dalla presenza di uno Zamparini che aveva i mezzi per investire sulla squadra e per realizzare un progetto vincente.