I roghi dei giorni scorsi hanno lambito la sede etnea della multinazionale. Lungo la strada Primosole le fiamme hanno sfiorato i muri esterni e messo a rischio un impianto di idrogeno. «Ci sono colpe gravi per una gestione del territorio indegna», spiega il segretario provinciale Ugl Angelo Mazzeo
Emergenza incendi, saltano i turni alla ST Ugl: «Leggerezza del governo regionale»
Tra gli incendi, che nei giorni scorsi hanno devastato centinaia di ettari di terreni a Catania e provincia, c’è anche quello che sabato pomeriggio ha lambito l’area a ridosso della STMicroelectronics, multinazionale franco-italiana di elettronica che ha la sua sede etnea lungo la strada Primosole. Le fiamme hanno sfiorato i muri esterni e gli impianti che spesso contengono materiale infiammabile. In prossimità della zona incriminata c’è anche un impianto di idrogeno, gas altamente infiammabile che è stato risparmiato grazie all’interno di tre canadair e dei vigili del fuoco.
«Si poteva evitare se solo ci fosse stata una maggiore attenzione al problema – spiega Angelo Mazzeo, segretario provinciale dell’Ugl metalmeccanici -. Basterebbe bonificare ampie zone di sterpaglie e le innumerevoli discariche a cielo aperto che costellano la zona industriale per rendere più semplice la soppressione del fuoco, scongiurando tali catastrofi ed evitare anche l’incolumità dei lavoratori e della popolazione».
L’incendio, che potrebbe essere stato di matrice dolosa, ha costretto una rivisitazione dei turni dell’azienda per i lavoratori che operano nell’area destinata alla realizzazione dei dispositivi elettronici. «Sono stati costretti a tornare a casa, generando malcontento e confusione tra i dipendenti stessi. Ma anche stamani diversi mezzi antincendio sono presenti in zona per domare diversi focolai che inevitabilmente si generano».
Secondo il sindacalista dietro gli incendi ci sarebbero «colpe gravi» a causa «di una gestione del territorio indegna» e «della leggerezza del governo regionale». «Ci auguriamo – conclude Mazzeo – che la magistratura faccia il suo corso e che a pagare, oltre i piromani, sia anche chi non ha saputo mettere in moto la macchina organizzativa in tempi utili garantendo la sicurezza nel territorio».