Terreno regionale da 368mila euro svenduto a 4mila Sei indagati, tutto parte dalla denuncia di un sindaco

Un terreno da 368mila euro, di proprietà del demanio regionale, venduto per poco meno di quattromila. A far scattare l’inchiesta della Procura – arrivata oggi a conclusione con l’arresto di un architetto del Genio civile di Messina insieme ad altre tre persone, e la sospensione per sei mesi di due dipendenti della Regione – era stato il sindaco di Furnari, Mario Foti che aveva presentato un esposto in Procura a Messina. 

Questo caso aveva anche attirato l’attenzione della trasmissione Le Iene. E proprio all’inviato del programma in onda su Italia Uno, lo scorso marzo il primo cittadino aveva definito questa vicenda «una storia vergognosa». Un appezzamento di 20 ettari finito al centro dell’inchiesta condotta dai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria insieme ai finanzieri di Barcellona e coordinata dalla sostituto procuratore Alessia Giorgianni. Nel 2012 sarebbe stato prima richiesto in concessione e nel 2014 acquistato a un prezzo ridicolo: 3.944 euro contro i 368mila che il venditore, cioè la Regione, avrebbe potuto richiedere. 

Secondo la ricostruzione dell’ordinanza della gip Maria Teresa Arena, Federico Scardino, 25 anni e Loredana Giuffrè, 53 anni, prendono in concessione il terreno. La donna è sorella dell’architetto Antonella Giuffré, 58 anni, funzionario del Genio civile di Messina, proprio colei che ha il compito di stimare il valore del terreno a meno di quattromila euro al momento della vendita. Tutti e tre oggi finiscono ai domiciliari insieme a Franca La Rocca, 48 anni, che subentra nella richiesta di concessione e nel 2014, acquista il terreno. Falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e abuso in atti di ufficio sono i reati contestati a vario titolo ai sei destinatari dei provvedimenti.

Oltre ai domiciliari per le due sorelle Giuffrè, Scardino e La Rocca, anche la sospensione per sei mesi dall’esercizio delle pubbliche funzioni per due funzionari del Dipartimento Regionale del Bilancio e del Tesoro della Regione Sicilia, Ninfa Cangemi e Dania Ciaceri, coloro che concretamente hanno poi autorizzato la vendita. La gip sottolinea che «hanno procurato intenzionalmente un ingiusto vantaggio patrimoniale ai predetti privati recando evidente danno patrimoniale all’Ente regionale, violando dapprima le norme sulla trasparenza della azione amministrativa per poi autorizzare la vendita del bene all’indicato prezzo sottostimato».

Soddisfatto il sindaco di Furnari, da cui è partita la segnalazione. «Sono stato costretto a denunciare questa grave situazione perché sono stato informato da una persona interessata al terreno che mi aveva avvertito che una parte del parco urbano costiero era stato svenduto. Ora è stata fatta giustizia», commenta Foti, che aggiunge: «Ho fatto il mio dovere, tutelando gli interessi dei beni pubblici fruibili al pubblico, tra l’altro si tratta di una delle parti più belle del nostro litorale. Ho fatto una denuncia penale e un’azione civile chiedendo l’annullamento del contratto e chiamando in causa la Regione siciliana che aveva svenduto il bene senza una gara pubblica. Poi – ha sottolineato – ho anche esercitato la prelazione sul terreno come azione subordinata poiché nel caso si fosse ritenuto valido l’importo stimato, il Comune come previsto dalla legge può intervenire».


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