Nervosismo e clima teso nell'aula consiliare di Palazzo degli elefanti. I consiglieri, chiamati a pronunciarsi su una serie di importi debitori dell'ente, non trovano sui loro banchi la documentazione integrativa richiesta mesi fa. Così alla fine della riunione manca il numero minimo dei presenti
Consiglio, salta il voto di 25 debiti fuori bilancio «Comune non ci mette in condizioni di lavorare»
Un solo assessore, un dirigente e 25 debiti fuori bilancio da votare. Nel mezzo tanto nervosismo da parte dei consiglieri comunali nei confronti dell’amministrazione per non essere stati messi nelle condizioni di sapere esattamente su cosa esprimersi. «L’atto è stato rinviato diversi mesi fa perché l’Aula aveva richiesto maggiori chiarimenti: la verifica delle cifre debitorie e un’integrazione della documentazione», spiega Niccolò Notarbartolo. Motivo per cui il componente del Partito democratico chiede fin dall’inizio della riunione del senato cittadino un rinvio, bocciato però dai colleghi. «La Corte dei conti ha riferito che il primo nodo da sciogliere per il bene delle casse comunali è una presa di posizione sugli importi fuori bilancio e – interviene il consigliere Nuccio Lombardo – non saremo di certo noi a non fare il nostro dovere». Un sentimento, quello del capogruppo di Articolo 4, condiviso da buona parte dell’Aula che però alla fine si arrende alla totale assenza di carte allegate all’atto. «Così non si può lavorare», sbotta in coro l’opposizione. I vizi riguardano «sia gli importi indicati nei vari debiti che, apprendo dal collega Notarbartolo, anche l’istruttoria», commenta Agatino Lanzafame.
Il clima si fa inevitabilmente teso. I componenti della commissione Bilancio chiedono più volte la parola per sottolineare la mancanza di rispetto dell’amministrazione nei confronti di un’Aula «che aveva chiesto tempo fa di poter votare serenamente», dichiara l’esponente del Pd Ersilia Saverino. «La prossima volta che porterete al vaglio del Consiglio la delibera, dovrete corredarla di una scheda tecnica ed esaustiva sulla natura di ciascun debito», attacca il presidente della prima commissione Enzo Parisi. L’assessore all’Ambiente Rosario D’Agata sbuffa, il consigliere Sebastiano Arcidiacono commenta: «Il Comune di Catania ha un segretario generale e pure un assessore generale che è D’Agata. Di certo – continua – sarebbe stato opportuno che anche gli altri colleghi della giunta, soprattutto quelli coinvolti nell’atto, si fossero presentati in Consiglio». Il commento del componente del gruppo Misto, diventa presto una proposta di Lombardo: «Auspico la presenza futura di dirigenti e assessori al ramo e revisori dei conti».
Tra un intervento e l’altro, i lavori cominciano e l’attenzione si concentra sul primo dei 25 debiti fuori bilancio, alcuni dei quali affondano le radici anche in 16 anni fa. Uno, addirittura, riguarda i lavori di messa in sicurezza dello stadio Massimino in seguito agli incidenti del 2007, quelli necessari dopo i tafferugli della partita Catania-Palermo. Il primo punto, comunque, prevede il voto di somme dovute alla società partecipata Catania Multiservizi per una fattura emessa e non pagata (oltre 110mila euro) nel 2009. «Il debito non è votabile così com’è. Tra l’altro la sua impostazione, così come quella di tutti gli altri, cozza con la giurisprudenza vigente e con le note della segretaria generale Antonella Liotta», attacca Notarbartolo. La replica arriva dal dirigente della polizia municipale Pietro Belfiore: «Essendo di mia competenza, mi assumo la responsabilità di verificarne le caratteristiche con la partecipata già domani mattina». Al rinvio del punto segue quello degli altri fino a quando i consiglieri si disperdono tra i corridoi di Palazzo degli elefanti, lasciando cadere il numero legale minimo dei presenti. Nei prossimi giorni si attende un pronunciamento delle direzioni competenti: il corpo della polizia municipale, Famiglia e politiche sociali, Ecologia e ambiente, e Lavori pubblici e manutenzioni.