Domenico Messinese convoca una conferenza stampa per lanciare un attacco frontale al presidente della Regione, accusato di essere il responsabile dello stallo attuale. «Non risponde nemmeno al telefono, venga a firmare accordi e autorizzazioni»
Vertenza Gela, il sindaco attacca Rosario Crocetta «Assente, mandante della morte del petrolchimico»
«Denuncio la totale assenza del presidente della Regione nel percorso per la soluzione della crisi economica e occupazionale di Gela». È la dura accusa che il sindaco Domenico Messinese, nella conferenza stampa di questa mattina, ha scagliato contro il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta. «Subiamo l’inerzia della Regione», ha aggiunto il vicesindaco Simone Siciliano, che ha sollecitato tra le altre cose il varo della delibera della giunta regionale di governo sulla perimetrazione della più grande area di crisi complessa d’Italia, quella di Gela, composta da 12 Comuni con oltre 500 mila abitanti.
Come raccontato da Meridionews, già la richiesta di riconoscimento dell’area di crisi da parte della Regione era avvenuta solo a maggio del 2015, in piena campagna elettorale per le Amministrative della città. Ritardo e coincidenza che erano stati interpretati come un regalo di Crocetta all’ex sindaco del Pd Angelo Fasulo. Sulla riconversione della Raffineria l’attrito tra il Comune e la Regione va avanti sin dall’insediamento dell’ex giunta Cinque stelle, avvenuto proprio l’anno scorso di questi tempi. Non si sono mai piaciuti Messinese e Crocetta: diversi nello stile e nel percorso politico. Nei numerosi incontri a Roma sulla soluzione della vertenza Gela, il distacco tra le due istituzioni era palese. Mai una dichiarazione congiunta, mai una conferenza stampa comune, sempre divisi e separati.
«Crocetta non risponde nemmeno al telefono – è la versione del primo cittadino -. Venga a Gela e firmi accordi e autorizzazioni». Ora la giunta Messinese va all’attacco, denunciando che in città sarebbe tutto fermo per colpa del presidente della Regione: dal risanamento ambientale agli investimenti per lo sviluppo, dal dragaggio del porto fino alla rimozione delle camere coke. Sabbie mobili anche sul fronte delle compensazioni da 32 milioni di euro. Già i vertici Eni, lo scorso 8 giugno, hanno chiarito come i soldi ci siano, ma devono ancora essere definite le modalità di spesa da parte degli enti competenti in materia.
«I finanziamenti per ora autorizzati delle compensazioni Eni sono stati solo degli spot da parte della Regione – denuncia ancora il sindaco -. Ciò che si è firmato è un impegno da parte di Eni di appena un milione di euro. E gli altri circa 30 milioni? Ci sono investimenti di 19 milioni di euro che sono stati definiti dai capigruppo consiliari e che aspettano le indicazioni della Regione». L’attuale sindaco riprende infine un’accusa che lo stesso Crocetta, in passato, aveva affrontato. «Il governatore della Sicilia è il mandante della morte del petrolchimico di Gela e dell’economia del comprensorio con la complicità del premier Matteo Renzi e dell’ex sindaco Angelo Fasulo – conclude Messinese -. Ora, se vuole fare il boia di questa città lo dica ma non può da carnefice trasformarsi in agnellino e poi accusare gli altri di ogni suo misfatto». Contattato per una replica, il presidente Crocetta non ha al momento risposto.