Dal 7 al 12 giugno torna il SalinaDocFest. La rassegna internazionale, giunta alla decima edizione, sarà incentrata sul Mediterraneo e ne proporrà una visione alternativa. Tra i lavori dedicati all'Isola, dal dilemma del figlio biologo di un cacciatore di pesce spada, alle tradizioni di Caltabellotta
A Salina il festival del documentario internazionale Dal pesce spada al primo jazzista, le storie siciliane
L’isola di Salina si prepara a ospitare dal 7 al 12 giugno la decima edizione del festival del documentario, il SalinaDocFest. Grande è l’attesa per il concorso internazionale che quest’anno prende il titolo di Ma(d)re Mediterraneo. Il fine è eloquente: capovolgere il quadro attuale che ritrae il Mediterraneo come teatro di tragedie, proponendo uno scenario alternativo fatto di accoglienza e avvicinamento tra i popoli. Facendo leva sulla conoscenza e la narrazione, grazie al contributo dei documentari. Fra gli ospiti in arrivo sull’isola Kasia Smutniak, Corrado Formigli, Jacopo Quadri e Gianfranco Rosi in collegamento da Londra per la proiezione di Fuocoammare, il film vincitore dell’Orso d’oro al Festival di Berlino che verrà proiettato dopo l’inaugurazione.
Un’importante novità di questa edizione, oltre al Focus Algeria, è il nuovo concorso nazionale Sicilia.Doc che vuole rendere omaggio alla terra che lo ospita. La sezione propone diversi interessanti lungometraggi: Magic Island di Marco Amenta; Sicily Jass di Michele Cinque; Triokala di Leandro Picarella e ’U Ferru di Marco Leopardi.
Magic Island racconta la storia di Andrea, un giovane musicista newyorkese che rientra in Sicilia per fare i conti con il passato, tentando di ricostruire il ricordo del padre defunto. Il film di Michele Cinque, girato tra la Sicilia e New Orleans, propone la vicenda problematica di Nick La Rocca, trombettista autodidatta di origini siciliane che, insieme alla sua band, nel 1917 incide il primo disco della storia del jazz. Triokala, invece, è un viaggio alla scoperta delle tradizioni, delle superstizioni e delle bellezze naturali di Caltabellotta, borgo agrigentino che i Greci chiamavano Triokala per via dei tre doni ricevuti da madre natura: la fertilità delle campagne, l’abbondanza delle acque e la roccaforte inespugnabile. Infine, protagonista di ‘U Ferru è uno studente di biologia marina, figlio di uno dei più rinomati cacciatori di pesce spada dello Stretto di Messina. Il documentario di Marco Leopardi mette lo spettatore di fronte a un dilemma che richiede una scelta tra lo sfruttamento della natura e una nuova coscienza ambientale. La giuria che valuterà i lavori è composta dai giornalisti Maria Cuffaro di Rai 3, Salvatore Cusimano di Rai Sicilia e Mario Di Caro di Repubblica.
«Nel corso degli anni, il SalinaDocFest è divenuto sempre più popolare e ricco di proposte – commenta Marzia Spanu, dell’ufficio stampa del festival -. Alla prima edizione eravamo davvero pochi e finora l’evento si è tenuto nel mese di settembre. Quest’anno, però, abbiamo deciso di spostarlo a giugno. La grande affluenza registrata nelle ultime edizioni è motivo di soddisfazione, anche perché dimostra che gli abitanti di Salina sono interessati al cinema impegnato e all’arte in generale. E a proposito di ciò, – aggiunge Marzia Spanu – va ricordato che l’isola, nonostante ospiti il festival del documentario, è ancora oggi priva di cinema. Un paradosso da eliminare, ed è per questo che stiamo cercando di sensibilizzare le autorità locali per la realizzazione di una sala cinematografica, magari nello splendido Palazzo Marchetti».