Al vaglio della commissione didattica di Lingue la riduzione del numero degli esami e l'adozione di ordinamenti didattici migliori Solo tre crediti? L'università nel pallone
Meno esami, più qualità
Ormai è palese che nella Facoltà di Lingue il 3+2 attuato dalla Riforma Moratti non abbia funzionato. La bassissima percentuale di laureati nel triennio, che si aggirerebbe intorno allo 0,30 %, ce lo dimostra in maniera sconfortante. Per di più la mancanza di un adeguato numero di docenti, in confronto al proliferare delle iscrizioni annuali (si conta 1 docente ogni 130 alunni), rende la situazione allarmante. Si è così deciso di arginare un po’ la situazione razionalizzando l’offerta didattica del triennio e, conseguentemente, riducendo il numero degli esami, migliorandone la qualità.
La proposta che si sta vagliando in commissione didattica è quella di prendere ad esempio ordinamenti didattici migliori rispetto a quelli che si applicano già a Catania e di contestualizzarli operando opportune modifiche. Questo comporterebbe una diversa ridistribuzione del carico dei docenti ed una flessibilità di orari di insegnamento frontali, lasciando ampi margini di tempo alla ricerca. Il numero delle ore, quindi, resterebbe fisso sulle 120 annuali, senza particolari sbalzi.
Gli studenti, d’altro canto, con l’abbassamento della soglia del numero di esami, che non supererebbe i 6/7 annuali, beneficerebbero di una maggiore qualità degli insegnamenti, con una preparazione più omogenea e maggior tempo per studiare, senza orari particolarmente pressanti.
Ciò andrebbe, ovviamente, a ridimensionare le lauree specialistiche, evitando il fenomeno “ripassone”, che ha portato un gran numero di studenti a dirigersi verso altri lidi, considerati migliori in base all’offerta didattica.
Ancora è incerto quando tutte queste modifiche verranno attivate, ma il consiglio di facoltà ne auspica una repentina attuazione, anche in visione di una futura carenza di aule disponibili.