È uno dei due contendenti per la carica di sindaco nel Comune messinese. Già presidente del consiglio comunale uscente, punta sulla sua esperienza imprenditoriale. «Rinuncerò alla retribuzione nel caso venissi eletto e metteremo a disposizione dei giovani strutture comunali per avviare start up»
Capo d’Orlando, Ingrillì il candidato della continuità «Proverò a rendere il Comune un’azienda privata»
Franco Ingrillì, 59 anni, affermato imprenditore nel settore della lavorazione degli agrumi, sposato e padre di due figli, è stato consigliere comunale negli anni ’90 e ha ricoperto la carica di presidente del consiglio durante la sindacatura di Sindoni, dal 2006 al 2011. Fondatore della lista Movimento per Capo d’Orlando, ha incassato l’appoggio di quasi tutta la maggioranza che sostiene l’amministrazione Sindoni. Cinque le liste civiche che lo sostengono in questa competizione elettorale.
La sua candidatura, come quella del suo avversario è appoggiata da liste civiche. Lei in particolare prosegue nel solco del suo predecessore Enzo Sidoni. Quali sono le novità che proponente ai vostri elettori?
«La novità è rappresentata soprattutto dal fatto che siamo persone diverse. Credo molto nella squadra, mi baserò sul decentramento dell’organizzazione amministrativa. Proverò a valorizzare le potenzialità interne al nostro Comune, a partire dai dipendenti, in funzione di quello che riescono a dare, e facendo dei corsi di formazione per migliorare le competenze. Ho un’esperienza imprenditoriale con cui proverò a ribaltare al Comune».
Come pensa di applicare il modello dell’imprenditorialità ad un ente pubblico?
«Partirò come detto dalle persone. Proverò a far si che il personale del Comune sia sempre disponibile e cortese con i cittadini. Utilizzando i contratti a tempo determinato proveremo ad esempio a impiegare dei ragazzi dentro il Comune che avranno il compito di indirizzare le persone negli uffici accompagnandole quando sia necessario. Proverò a rendere il Comune un po’ un’azienda privata nei settori dove questo è possibile. Essendo stato assessore e presidente del consiglio, posseggo le competenze dal punto di vista amministrativo per affrontare gli aspetti che non sarà possibile gestire con una modalità imprenditoriale».
Durante la campagna elettorale ha annunciato che rinuncerà alla retribuzione come sindaco. Gli assessori da lei indicati faranno lo stesso? Come pensate di utilizzare queste somme?
«Non possiamo rinunciare, ma possiamo mettere queste somme in un fondo per le persone bisognose. Nominerò due persone che in passato si sono dedicate a fare questo servizio in silenzio. Nei casi in cui non sarà possibile utilizzare fondi del Comune, utilizzeremo queste somme, ma sempre rivolte al sociale e alle politiche di sostentamento. La scelta di destinare il mio intero compenso a questo fondo non implica che i miei assessori debbano farlo. Ho chiesto il massimo impegno in caso di successo e sceglieranno se e di quanto ridursi la retribuzione, in base alle proprie necessità. Ci sono persone che possono, altre no. Saranno liberi di scegliere».
Quali iniziative porterete avanti per favorire lavoro e sviluppo?
«Tanti i punti nel nostro programma per creare le condizioni per sviluppare lavoro. Si farà attraverso convenzioni con istituti bancari che possano determinare un prestito per ragazzi che vogliono avviare start up. Noi daremo le necessarie garanzie. Realizzeremo un sistema di coworking, dando la disponibilità di strutture comunali. Allestiremo piccoli uffici che affitteremo a prezzi contenuti di 40/50 euro mensili, fornendo luce e computer. Si tratta di strutture che verranno date fino a quando il singolo non sarà in grado di camminare con le proprie gambe. E pensiamo di puntare sull’artigianato.
Come?
«Abbiamo in mente anche di realizzare un Fablab, un laboratorio artigianale, dove i ragazzi che vogliono imparare un mestiere possano avere gli spazi per farlo. O possano scegliere di andare ad aiutare gli artigiani, disposti a fare formazioni. In questo caso daremo un contributo al giovane di 200 euro al mese per quattro mesi. E l’artigiano si impegnerà a corrispondere la stessa somma. Allo stesso modo pensiamo di creare piccole aree artigianali, che il Comune possa affittare a chi vuole aprire un’attività, e non debba avere il pensiero di pagare grosse cifre per il canone di locazione».
Turismo e cultura. Un binomio che intende valorizzare. Come?
«Capo d’Orlando deve aumentare le sinergia con Villa Piccolo. Abbiamo anche il bellissimo castello Bastione che deve essere valorizzato. C’è un progetto presentato da Giacomo Miracula, responsabile ala cultura, che si intitola Residenza d’artista. Prevede la possibilità per un artista di risiedere facendo attività di formazione. In questo modo riavvieremo questa struttura e intensificheremo anche i collegamenti coi paesini dei Nebrodi ricchi di cultura attraverso l’impiego di pullman a idrogeno. Il turismo vorremmo non fosse solo balneare, ma anche culturale e sportivo. Cercheremo di valorizzare il porto. E da semplice area di partenza o arrivo dalle Isole Eolie proveremo ad attrarre il turismo, facendo fermare i turisti e spingendoli a restare e visitare Capo d’Orlando, i Nebrodi. Abbiamo un progetto per l’area di Ponente e Levante che comprende anche San Gregorio e prevede la realizzazione di piccole attività che possano attrarre chi arriva al porto».
Come pensate di affrontare il problema rifiuti?
«L’attuale costo dello smaltimento rifiuti comprende anche servizi di ramazzamento delle strade e la pulizia delle spiagge. Con la raccolta differenziata siamo al 40 per cento, e con il progetto fatto dalla precedente amministrazione, (le buste verranno aperte a fine mese, ndr) cercheremo di arrivare al 62 per cento. Ad esempio estendendo la differenziata alla contrade. Daremo la possibilità di usare le compostiere a chi ha un giardino. E soprattutto introdurremo il pagamento dei rifiuti in relazione alla quantità. Verranno distribuiti dei sacchetti con codici a barre alle famiglie».
Come immagina la Capo d’Orlando del futuro?
«Sempre più bella. Il porto e il lungomare completato. Tutto il territorio, noi non parliamo di contrade ma di un unico paese sempre più uniforme e compatto».