Riapre agli eventi teatrali, musicali e di prosa il sito archeologico costruito tra il II e il III secolo. Da luglio parte un progetto di valorizzazione sostenuto da Regione, Comune di Catania e teatro Massimo Bellini. «Una stagione pilota per programmare le successive», spiega il direttore Orazio Micali
Teatro romano, almeno tre anni di spettacoli estivi «Concorrenza positiva con Taormina e Siracusa»
Il teatro romano di Catania riapre agli spettacoli. «Un’operazione che ha come obiettivo valorizzare il bene attraverso la sua piena fruizione», spiega a MeridioNews il direttore del Museo regionale interdisciplinare di Catania, l’architetto Orazio Micali. Da luglio, e per tutta l’estate, sono previsti eventi musicali, teatrali e lirici che faranno concorrenza ai cartelloni dei teatri antichi di Taormina e Siracusa. Una stagione pilota, che servirà per programmare le successive. Dovrebbero essere almeno tre, ma l’ufficialità arriverà solo con la firma dell’accordo definitivo tra Regione e Comune.
Il progetto fonda le sue speranze di successo su un dato concreto: «I visitatori del teatro romano, nei primi cinque mesi del 2016, sono il 90 per cento in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso». Aumento rilevante che ha spinto le istituzioni regionali e locali a pensare a un’iniziativa diversa rispetto a quando «erano stati organizzati spettacoli impegnativi, con ottimi risultati» ma al di fuori di una programmazione di lunga durata. Quella che invece pare voglia essere inaugurata, adesso, col riavvio degli spettacoli estivi: «Un’operazione stabile, di carattere pluriennale – continua Micali -, che metterà insieme diversi enti pubblici per un comune obiettivo».
Il calendario degli eventi è ancora allo studio. «Non è esclusa la possibilità di valorizzare degli artisti siciliani», aggiunge il direttore. Ma se ne saprà di più una volta formalizzato l’accordo definitivo tra Regione, Comune di Catania e teatro Bellini. Sarà quest’ultimo a occuparsi della direzione artistica, che dovrà tenere conto soprattutto dell’equilibrio economico tra offerta e ricavi ottenibili dai 1500 posti a sedere. «La priorità sarà pagare le maestranze, provando anche a mettere da parte qualcosa per da rinvestire sul teatro stesso», dice Micali. L’offerta del teatro catanese, comunque, dovrà farsi spazio tra quella dei teatri antichi di Taormina e Siracusa.
«Credo che sarà una concorrenza positiva – commenta il direttore – Nulla di diverso da quello che accade nel resto d’Italia, come tra Milano e Torino». Il punto forte del teatro romano di Catania «è che si trova in centro, all’interno di una città che è sito Unesco e che registra una forte crescita nell’offerta e nella domanda di cultura». Tra gli spettatori che Micali spera riempiranno la platea, «non ci saranno solo i tanti turisti che di estate visitano Catania, ma pure i residenti che vogliono riscoprire i beni archeologici catanesi». Dal successo che riscontrerà la prima estate di spettacoli, dipenderà l’orientamento futuro dell’iniziativa.
«Sarà una stagione pilota, che ci permetterà di organizzare con più anticipo quelle future», ammette il direttore. Il documento preliminare tra gli enti coinvolti, firmato il 16 maggio, ha tracciato le linee guida per il testo definitivo, che deve dovrebbe essere firmato breve. L’accordo dovrebbe prevedere, per il teatro romano – costruito tra il II e il III secolo, che di recente è stato anche ricostruito in 3d dall’Ibam – un progetto artistico almeno fino al 2018, rinnovabile per altri tre anni. Tutto come previsto dall’articolo 112 comma 4 del Codice Urbani, «scarsamente applicato in Sicilia ma che ha già avuto felici risultati nel resto d’Italia», conclude Micali.