Nel match casalingo contro gli scaligeri c'è in palio la permanenza in serie A. I rosa, che saranno trascinati dai 32 mila del Barbera, sono padroni del proprio destino. Per festeggiare basterebbe vincere o fare comunque lo stesso risultato del Carpi impegnato a Udine. Diversi giocatori al passo d'addio
Palermo, è il giorno della verità Una sfida che vale la salvezza
È il giorno della verità. Domani sera, nell’ultima giornata di campionato, il Palermo giocherà in casa contro il Verona (fischio di inizio ore 20,45) la partita più importante della stagione. La sfida nella quale c’è in palio la salvezza e dalla quale, di conseguenza, dipende l’immediato futuro della società. Cosa dirà il campo? Serie A o serie B? Intorno alle 22,40 sarà emessa la sentenza. I rosanero, reduci dal prezioso pareggio ottenuto a Firenze, sono riusciti a tornare in carreggiata in tempo utile e adesso sono ad un passo dal traguardo. Con una vittoria la compagine di Ballardini avrebbe la sicurezza della permanenza in serie A ma, per brindare, basterebbe fare lo stesso risultato del Carpi (a -1 in classifica rispetto al Palermo) impegnato a Udine. Quindi, se gli emiliani dovessero perdere, il Palermo sarebbe salvo anche con una sconfitta. In ogni caso, al di là dei calcoli e delle possibili combinazioni, i rosa hanno un grande vantaggio che è quello di essere comunque padroni del proprio destino. E questo è probabilmente il risultato più importante che, alla vigilia dell’ultimo atto del campionato, potesse ottenere la formazione di Ballardini alla luce soprattutto della situazione disperata nella quale si trovava la squadra fino a venti giorni fa.
Il Palermo, che ha ottenuto 8 punti negli ultimi 4 turni, è in una posizione di vantaggio nei confronti della diretta concorrente e questa situazione favorevole va sfruttata con intelligenza. Nella gara di domani contro il già retrocesso Verona la testa conterà più delle gambe. Saranno determinanti la lucidità e la capacità di canalizzare nella giusta direzione le energie nervose spese nel corso di una settimana mediaticamente diversa dalle altre e condita dalle schermaglie verbali amplificate dalle continue provocazioni del presidente del Carpi, Bonacini. Il patron degli emiliani ha presentato un esposto alla Procura federale affinché venga monitorato il corretto svolgimento di Palermo-Verona. E’ giusto vigilare sul corretto svolgimento degli incontri ma lo stesso principio deve valere anche per Udinese-Carpi. E’ curioso il fatto che Bonacini abbia spostato l’attenzione costantemente sulla gara del Barbera bypassando il match della sua squadra come se si desse per scontato che il Carpi vincerà a Udine. Ma la matricola emiliana non avrà vita facile in Friuli anche perché i bianconeri, pur essendo già salvi, vorranno chiudere in bellezza davanti al pubblico di casa e celebrare nel migliore dei modi l’ultima gara del bomber Di Natale.
La posizione di vantaggio – lo ribadiamo – consentirà al Palermo di isolarsi dai condizionamenti esterni e di concentrarsi esclusivamente sulla propria partita. I rosa hanno in mano il proprio destino. Prima del traguardo, però, bisogna superare l’ostacolo Verona. Una squadra che, nonostante la retrocessione, non va affatto sottovalutata come insegnano le ultime vittorie casalinghe dei gialloblù contro Milan e Juventus. Nei giorni scorsi hanno tenuto banco anche le polemiche legate ai soldi del cosiddetto «paracadute» destinato ai club che scendono in B (il sospetto, in pratica, è che gli scaligeri non giochino per vincere avendo per motivi economici l’interesse a non far retrocedere il Palermo) ma siamo convinti che gli uomini guidati dall’ex di turno Del Neri (stimolati, peraltro, dalla voglia di rispondere sul campo ad alcune dichiarazioni recenti di Zamparini) affronteranno la partita con la mente libera e con l’obiettivo di onorare l’impegno. Detto questo, però, è chiaro che le motivazioni di una squadra senza più obiettivi sono diverse da quelle di una squadra che deve giocare per una posta in palio estremamente importante.
Il Palermo, contestualmente, potrà contare sulla carica dei 32 mila del Barbera. Lo stadio è sold-out e la spinta del pubblico potrà essere decisiva. «Fa un enorme piacere sapere che molti tifosi verranno a sostenerci – ha sottolineato Ballardini – da molto tempo non accadeva una situazione del genere. Per noi sarà una responsabilità in più. Le gambe dei giocatori forse tremeranno per l’emozione o forse saranno cariche, intanto è un piacere avere lo stadio pieno». Ballardini mantiene, come da copione, uno stile british ma anche lui è un vulcano di emozioni: «Sono un tipo alla mano, chiedete a Di Marzio (consulente personale di Zamparini, ndr) come sono fatto. Siamo in grande sintonia, io sono la sua spalla. Siamo come Ficarra e Picone, io sono Picone, lui Ficarra…».
Nella serata degli addii (sarà l’ultima partita con la maglia rosanero per Vazquez e quasi certamente anche per Sorrentino e Maresca), il tecnico ravennate sembra intenzionato a confermare in blocco la formazione proposta a Firenze. In attacco, dunque, Trajkovski resta favorito su Quaison. Nella compagine gialloblù, assente l’ex rosanero Luca Toni che ha salutato il calcio giocato la scorsa settimana.