La conferenza dei capigruppo, stamattina, ha votato un emendamento al cosiddetto ddl Stralcio, secondo cui a guidare le tre Città metropolitane sarebbero i primi cittadini delle città capoluogo. Così come chiesto da Roma, ma negato fino a pochi giorni fa dal governatore Crocetta che aveva dichiarato di voler attendere la Consulta
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Il pasticciaccio delle ex Province potrebbe risolversi una volta per tutte. La conferenza dei capigruppo, infatti, riunita in tarda mattina all’Ars, ha sottoscritto un emendamento al ddl Stralcio già in discussione in Aula, che renderebbe finalmente automatica l’elezione dei sindaci dei capoluoghi a guida delle tre Città metropolitane siciliane. Insomma, una vera e propria sconfessione al governatore Rosario Crocetta, che qualche giorno fa si era detto convinto nel non riportare in Aula la norma, accettando di rimettersi al giudizio della Consulta.
L’Assemblea, invece, ha deciso di chiudere una volta per tutte il capitolo ex Province – che nei giorni scorsi aveva portato anche a una serie di diffide da parte dei dipendenti – e voltare pagina. Duro l’affondo di Toto Cordaro, capogruppo del Pid a Sala d’Ercole: «L’ho detto già in Aula qualche settimana fa – dichiara – riproporre il ddl di riforma delle Province nella stessa identica maniera rispetto a come era stato impugnato è stato un atto di arroganza politica e stupidità istituzionale. Rifiutai di votarla allora, resto dello stesso avviso ancora oggi».
È comunque presto per cantare vittoria: l’emendamento infatti c’è, ma chiaramente bisogna attendere il voto. «La norma – dice Giovanni Ardizzone, presidente dell’Ars – è stata sottoscritta dalla conferenza dei capigruppo, adesso andrà discussa in Aula, vedremo cosa succederà lì». Sulle polemiche degli scorsi giorni – sfociate di fatto nella linea espressa sia da Crocetta che dal segretario del partito democratico, Fausto Raciti, secondo il quale la responsabilità della norma sarebbe stata dell’Ars, che con voto segreto aveva votato contro – Ardizzone ritrova il suo profilo istituzionale: «Non lo so di chi era la colpa, non mi interessa – commenta -. Adesso dobbiamo guardare avanti».
Insomma, quello delle Province stavolta sembra davvero un capitolo pronto per essere archiviato. A quasi tre anni dal suo annuncio, nel salotto tv di Giletti.