Da metà luglio toccherà agli addetti agli allestimenti speciali, da ottobre per la chimica e da dicembre gli addetti al cosiddetto lighting la realizzazione dei fari, per giungere a un numero di 250 dipendenti entro l'anno
Blutec a Termini, il progetto prende forma Da lunedì i lavoratori tornano in fabbrica
Dopo quasi cinque anni dall’addio della Fiat a Termini Imerese e dopo aver vagliato svariati progetti, finalmente prende piede nel polo industriale il progetto Blutec. Da lunedì prossimo 20 lavoratori del settore engineering torneranno nella fabbrica. Alle 9 si apriranno i cancelli dello stabilimento e le tute blu continueranno la formazione di mattina e lavoreranno nel pomeriggio dalle 14 alle 18. Terminata la formazione passeranno a tempo pieno. Nel corso dell’ultimo incontro al Mise, Blutec aveva annunciato l’ingresso dei primi 40 addetti entro le prime settimane di maggio. Da metà luglio toccherà agli addetti agli allestimenti speciali, da ottobre per la chimica e da dicembre gli addetti al cosiddetto lighting la realizzazione dei fari, per giungere a un numero di 250 dipendenti entro l’anno.
Per Ludovico Guercio, segretario Fim Cisl e Giovanni Scavuzzo segretario Rsu Fim si tratta di «un primo passo che fa ben sperare, una data importante che sarà vissuta con emozione sia dai primi 20 dipendenti, sia da tutti gli altri che attendono di varcare la soglia della fabbrica di Termini Imerese per tornare a lavorare». Un passo decisivo, anche se ce ne sono altri da compiere. Dalle istituzioni regionali, dicono i sindacalisti, si attendono i 20 milioni di euro legati al decreto emanato due settimane fa e solo da pochi giorni al vaglio della Corte dei Conti. «Sono fondamentali per avviare gli ordini di macchinari e impianti – precisano – che serviranno allo sviluppo dell’altra parte del progetto Blutec per Termini, la chimica».
Dopo la verifica con la Corte dei Conti, potrà essere firmato il cofinanziamento regionale al progetto Blutec per 72 milioni di euro con Invitalia e l’azienda al Mise e sbloccare così i primi 20 milioni in tempi brevi. “Non devono esserci più intoppi e ritardi – aggiungono i due sindacalisti -, da questo dipende anche lo sblocco degli ammortizzatori da part del Ministero del Lavoro, che vuole maggiori garanzie sul fatto che il progetto va avanti». Attesa anche per i lavoratori dell’indotto, circa 350 persone.