La polizia stava indagando sull'apertura di una piazza di spaccio di droghe leggere nel cuore del quartiere storico. Con l'aiuto dell'unità cinofila un uomo è stato arrestato mentre provava a disfarsi di una busta di hashish e altri otto sono stati identificati e allontanati. Murate le finestre. Guarda foto e video
San Berillo, la polizia sgombera nove africani «Entravano dalle finestre, la casa era murata»
«La palazzina era quella tra via delle Finanze e via Pistone, e dentro si trovavano circa dieci extracomunitari. I ragazzi erano stati già sgomberati circa cinque giorni fa da uno stabile chiuso poi con sbarre di ferro». A raccontarlo a MeridioNews è un cittadino del quartiere che questa mattina ha assistito all’operazione anti-droga durante la quale alcuni africani, originari del Gambia, sono stati prelevati e portati fuori da una casa a San Berillo.
Gli uomini della polizia stavano indagando sull’apertura di una possibile piazza di spaccio di droghe leggere. Dopo essere stati sfrattati la settimana scorsa da una casa abbandonata in via Pistone, gli uomini avevano trovato riparo in un appartamento al primo piano di un altro palazzo fatiscente, transennato dal Comune perché pericolante.
«I ragazzi entravano dal balcone perché la porta della casa era già murata» continua il cittadino. Proprio per questo, oltre a pattuglie, si sono recati sul luogo l’unità cinofila antidroga, con il cane Jagus e i vigili del fuoco con l’autoscala per poter accedere all’interno. Non appena fatta irruzione, gli agenti hanno arrestato un uomo che provava a sbarazzarsi di una busta, lanciandola tra l’immondizia. All’interno 100 grammi di hashish, alcuni già divisi in 80 stecchette per un valore di circa 1000 euro.
Altri 20 grammi di hashish sono stati individuati da Jagus sopra il tetto di un appartamento vicino, probabilmente lanciati dagli stranieri quando hanno capito di essere circondati dalle forze dell’ordine. Alla fine dell’operazione sono stati identificati nove africani, tutti originari del Gambia, condotti in questura per accertamenti. Otto venivano poi rilasciati perché provvisti di permesso di soggiorno o in attesa del riconoscimento dello status di rifugiato, mentre uno è stato trattenuto perché destinatario di provvedimento di espulsione. Gli operai del Comune hanno infine chiuso anche le finestre superiori della palazzina per evitare ulteriori intrusioni.