Paternò, cittadini per la ferrovia delle arance «Riqualificarla con percorsi di mobilità dolce»

Riqualificare stazione e ferrovia per ridare luce ai beni naturalistici a archeologici di Paternò. Un progetto ambizioso ma possibile, grazie alla sinergia tra associazioni di volontariato e istituzioni. Il 10 aprile, in occasione della IX giornata nazionale delle ferrovie non dimenticate, la stazione paternese di San Marco, l’ex ferrovia delle arance, si rianimerà attraverso visite guidate, escursioni, spettacoli e concerti. Nodo centrale della tratta Motta Sant’Anastasia-Regalbuto, la stazione ha rappresentato un punto di riferimento significativo per l’economia della zona e in particolare per il trasporto degli agrumi, dal dopoguerra fino agli anni ’80. «La nostra idea è quella di rivitalizzare questa zona periferica trasformandola in una cerniera per la conoscenza del territorio», afferma l’architetto Salvo Ferlito, rappresentante del presidio partecipativo del Patto di fiume Simeto, un nuovo strumento di governo del territorio condiviso tra istituzioni e cittadini.

«È un’occasione importante per l’economia della valle del Simeto e per tutti Comuni che vi si affacciano – aggiunge l’architetto – Bisogna valorizzare le bellezze di un luogo che deve tornare ad essere un’attrazione per i turisti attraverso sistemi di mobilità dolce: sono luoghi che si possono percorrere a piedi, in bicicletta o a cavallo». Nello specifico, il Patto di fiume Simeto, coinvolge dieci comuni (Motta Sant’Anastasia, Paternò, Belpasso, Ragalna, Santa Maria di Licodia, Biancavilla, Adrano, Centuripe, Regalbuto e Troina) ed è coordinato da un presidio partecipativo che si occupa dello sviluppo del progetto S.u.d.s, Stazioni unite del Simeto.

Ma i progetti si scontrano con lo stato attuale dei luoghi: negli anni di abbandono la stazione di San Marco è stata vandalizzata ed è diventata una vera e propria discarica abusiva. Ancora una volta, a muovere i primi passi sono state le realtà di volontariato della zona, che hanno provveduto a ripulire e a dare un decoro a una parte di passato importante di Paternò: «Aver aperto questa porta ci ha permesso di aprire un mondo – afferma l’architetto Ferlito – «la gente ha voglia di esserci, ci sono anche ex ferrovieri che si danno da fare con noi, per loro la stazione ha rappresentato la propria vita. In generale c’è una voglia di recupero della memoria».

L’amministrazione locale ha dialogato direttamente con le Ferrovie dello Stato, raggiungendo un accordo temporaneo per la concessione in comodato gratuito della stazione di San Marco. Il prossimo passo sarà l’ottenimento del comodato a lungo termine, che consentirebbe una progettualità più salda ed efficace. Un progetto che nasce dal basso e si sviluppa passo dopo passo, un modello sperimentale che si pensa di esportare in futuro anche agli altri Comuni della zona. L’impatto economico di questa opera di riqualificazione, invece, è tutto da valutare. L’idea di ricostruire la ferrovia appare, secondo Ferlito, un qualcosa di «utopistico». Mentre sarebbe un approccio orientato alla mobilità dolce, alla cultura e al turismo il cavallo vincente su cui si deve puntare.


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«Un'occasione importante per l'economia della valle del Simeto e per i Comuni che vi si affacciano». È la definizione che Salvo Ferlito, architetto e rappresentante del presidio territoriale partecipativo, dà della stazione di San Marco. Abbandonata e vandalizzata, finché i volontari non sono andati a ripulirla. Guarda le foto

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